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Il pittore Paolo De Matteis prolifico in arte e in prole

Il pittore Paolo De Matteis prolifico in arte e in prole

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Il poeta greco Simonide, nell’elogiare i 300 Spartani morti alle Termopili per sbarrare il passo ai Persiani di Serse, scriveva che ogni buona azione, ogni atto di valore, tutto il bene che viene compiuto, per essere utile, deve essere divulgato, ricordato e tramandato ai posteri, ma per fare ciò bisogna “annunciarlo” farlo sapere agli amici ed ai nemici di sorta, altrimenti tutto rimane lettera morta.

Allo stesso modo la persona che esercita bene un’attività, una professione un mestiere, sa fare qualcosa, per essere utile e duraturo nel tempo deve estendere tutto il suo sapere agli altri, insegnando a chi ha voglia di apprendere tutto ciò che ha imparato, e, se, è possibile, anche tutti quegli accorgimenti che “ha rubato”, di nascosto, al suo maestro.
Soltanto così si fa del bene, si è ricordati a lungo e si continua il proprio operato nel tempo. Di quale bene può vantarsi di essere depositario un docente se non sa spiegare agli allievi le nozioni apprese, che se ne può fare della sua scienza “infusa” se non è compreso dagli altri! Un diploma di laurea da centodieci e lode un concorso superato con il massimo dei voti non ti serve se non ti sai porgere agli altri.
Tra il 2012 e 2013, è stato ricordato per i 350 anni della sua nascita, il pittore Paolo De Matteis (Paolo Della Madonnina), con grandi celebrazioni a Vallo della Lucania e a Piano Vetrale, suo paese natio, con esposizioni presso il Museo Diocesano. A Piano Vetrale è stato innalzato un busto bronzeo scolpito da Emanuele Stifano di Pellare, raffigurante l’illustre concittadino. Molti visitatori hanno ammirato i capolavori esposti presso il Museo Diocesano di Vallo della Lucania. E’ tutto una gran bella cosa ma, a noi di Paolo De Matteis che cosa è rimasto, oltre i suoi capolavori? Ben poco. Diventare pittori è un’aspirazione poco retributiva: richiede, pazienza, sacrifici, vocazione, talento e tanti insegnamenti. Paolo De Matteis, ai suoi tempi, è stato allievo di Luca Giordano ma, in seguito, ha creato una propria scuola dove ha creato uno stile ed esteso il suo sapere ai suoi discepoli che ne hanno proseguito l’opera a Napoli, in Italia e all’estero. Tante chiese custodiscono opere d’arte religiosa. Splendidi lavori pittorici arricchiscono di argomenti mitologici le corti europei. Nel Cilento, a lungo Paolo De Matteis e rimasto semisconosciuto alla gente, semmai è stato un vanto per i suoi concittadini e per qualche cilentano appassionato di Storia dell’Arte che ha unito l’orgoglio delle proprie identità passate e alla passione per l’Arte e la ricerca storica. Poi qualcuno si è ricordato che è esistito quel pittore di Piano e l’hanno ricordato con le manifestazioni.
Anche oggi si dipinge e si opera come “scuola d’arte”, ma come allora, il mondo della pittura e dell’artigianato è qualcosa, magari da invidiare, riservata a pochi fortunati, quasi tutti vecchi, perché chi sapeva qualcosa non ha potuto, o voluto, trasmetterlo agli altri. E, poi, trasmettere la propria bravura costa troppi soldi e molto impegno. Ad esempio, circa venti anni fa il pittore Mario Romano insegnava ai giovani ed ai ragazzi, presso il convento francescano ai Gioi, l’arte del dipingere, attraverso corsi di pittura e di disegno. Poi il vescovo pro-tempore Giuseppe Rocco Favale pensò “bene” di trasferire presso il Seminario Diocesano il tentativo di Mario Romano, credendo di estenderlo a più persone. Dopo qualche anno è svanito tutto nel nulla e non c’è una generazione di pittori giovani, quell’Arte non è stata perpetuata ed estesa ai giovani.
Talvolta, nelle scuole medie qualche dirigente scolastico, in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Salerno ha organizzato, per i ragazzi delle medie, corsi e laboratori di pittura e di restauro provando ad insegnare alle nuove leve il modo di avvicinarsi concretamente all’arte. Dopo qualche anno, anche in questo caso, si è creato il vuoto.
Sono mancate le forze, oppure ...? Anche oggi pittori cilentani, come Mario Romano, abbelliscono le chiese del Cilento con i loro quadri e con gli affreschi, operano come “scuola di pittura”, con qualche familiare volenteroso ed anziano. Antonio Infante con i suoi libri sui discepoli di Paolo De Matteis ci ha ricordato che il suo illustre compaesano ha esteso il suo sapere alle nuove generazioni e nasce la convinzione che certe cose si possono fare pure oggi. Perciò, Sindaci, Vescovi, parroci, dirigenti scolastici ed ente Parco, basta la volontà e l’impegno di tutti.

Mario Garofalo

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