Cultura e tradizioni

"Avete mai osservato un colombo spiccare il volo da terra? Per vincere la spinta contraria, egli s’inchina sull’ala, arcuandosi ora a destra ora a sinistra e, se per caso, il vento gli è contro, ecco che parte radente al suolo e, di improvviso, offre il petto sollevandosi veloce a perpendicolo per poi avanzare di traverso e, come i veleggiatori sul mare, zigzaga il percorso soltanto all’apparenza erratico finché non raggiunge l’approdo su cui atterra precipite.

Tale è il pensiero dell’uomo! Quello espresso con parole e quello inespresso: il primo, magia sonora, rifrazione d’eco interiore a composizione d’immagine, sovrana, senza appartenenza, eppure realtà in sé; l’inespresso, poi, quello rappreso negli occhi o percettibile per contrazioni accennate, gesti per lo più involontari, repressi in tic, vibrazioni di magma per stretta aderenza organica, senza volo allargato.

Il primo par quasi di vederlo, perché lo senti: che consoli o bestemmi; che viva o uccida, sospeso alla apparenza del vero o del falso, faccia o disfaccia ragioni, favorevole o contrario, sorvolante aurore di sogno o cronista d’incendi, è lì, lo senti o ti appare per quello che senti, la Parola, giunta così come è giunta.

Ma c’è anche la Parola che nasce in noi, un colombo sulla soglia del battistero, soltanto un colombo titubante all’ingresso coi colori cangianti delle piume in movimento…!

La parola dell’inespresso la cogli per vibrazione d’anima, lingua di fuoco sottile, scorrente sulle membra in cui traspare l’immagine dall’alchemica fissazione del nucleo balenante in superficie, riavvolto a spirale… vertigine all’incontraria".

Gianni Spataro

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