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L’educazione del fanciullo attraverso la scoperta della natura e attraverso il gioco. La Grotta dell’Angelo e Grotta del Papa,

L’educazione del fanciullo attraverso la scoperta della natura e attraverso il gioco. La Grotta dell’Angelo e Grotta del Papa,

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Lo scrittore Mosca, che fu maestro, così esprime un suo pensiero, rivolgendosi ad altri maestri, forse scontenti della scuola, in occasione di una visita che egli fa ad una scuola elementare:

“Non li lasciate i ragazzi: finché si vive in mezzo ai ragazzi si è ancora un po’ come loro, e le piccole stanze sembrano saloni, e quattro pupazzi sul muro sembrano dipinti meravigliosi; si crede vivendo con essi, a tante cose, cui, allontanandosene, non si crede più…”

Questi sono accenti di nostalgia sia della sua vita di fanciullo, sia di quella di maestro di fanciulli, quando viveva con i fanciulli e per i fanciulli.

Queste parole dicono molto a qualsiasi cuore stanco di adulto.

Invitano alla saggezza educativa, esortano alla sacra missione di maestri e alla perseveranza in questa opera redentrice del genere umano.

Perché coi i ragazzi, coi fanciulli si credono “tante cose, cui, allontanandosene, non si crede più”?

Forse che essi non sono capaci di giudizi e credono solo in sciocchezze o fantasmi?

Forse che la loro vita è irreale e lontana dal mondo? No, certamente no.

Anzi l’uomo vede nel ragazzo l’umanità fanciulla, la spontaneità, la sovrumana e diretta opera di Dio.

I fanciulli sono più reali, più cari più veri e quindi più vicini a Dio. Gesù ammoniva ai grandi di diventare puri come i fanciulli, per meritare il premio eterno.

Quanto questo invito è vivo e reale, attuale ed urgente ai nostri tempi ed in tutti i tempi.

Ma, per non allontanarmi da quello che è l’argomento prescelto, intendo dire che il fanciullo è più vicino al suo creatore, perché è spontaneo, è naturale, è frutto di umanità e fantasia, di realtà e poesia.

Non temo di esagerare se dico che ogni artista nel culmine della sua arte, della sua espressività e sensibilità è fanciullo, il suo cuore è infinitamente grande, perché ha saputo diventare piccolo, umile, sensibile, sincero.

Quindi dico che si deve educare il fanciullo non astrattamente o con schemi prestabiliti, ma seguendo e scoprendo il suo sviluppo naturale, sia esso fisico che psichico.

Ecco l’argomento che verrò trattando, seguendo delle linee generali per esigenza di esposizione e di logica.

L’educazione del fanciullo attraverso la scoperta della natura e attraverso il gioco.

È un tema che richiede una trattazione piuttosto ampia, una conoscenza dei problemi di pedagogia e psicologia alquanto approfondita ed una valutazione e sperimentazione sul piano pratico, reale e quotidiano.

Non potrei esporre in una visione generale l’argomento senza cadere nella confusione e nelle ripetizioni; perciò mi propongo di andare esponendo l’uno dopo l’altro i vari aspetti del processo educativo, anzi auto educativo dei fanciulli, osservati nella loro totale realtà.

Intendo per realtà la conoscenza, l’osservazione di tutti i fattori che concorrono alla educazione della personalità fanciulla.

Quindi essi in breve sono:

1)   famiglia, in cui il fanciullo viene a trovarsi;

2)   ambiente (ricco, povero, educato, pervertito, moderno e tanti altri);

3)   ambiente sociale (religioso, economico, morale, istituzionale, biologico, naturale);

4)   istituzioni (scuola materna, asili, chiese, oratori, associazioni ed altro);

5)            più tardi la scuola organizzata e istituita dallo Stato e quindi il fanciullo che viene immesso nella organizzazione statale e nella vita sociale

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