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Maschere in circolazione

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L’occhio critico del Poeta Antonio Padovano, già autore di due libri di Satire, non vuole essere una carrellata di vizi e storture del nostro tempo, ma una rappresentazione, per lui che si è sempre interessato di teatro, del malcostume dilagante a tutti i livelli della società.

Fotografa corrotti e corruttori in tutta la loro abiezione, anche indulgendo ad epiteti che meglio possano connotarli, perché si dà il fatto che una buona maggioranza accetti la situazione supinamente, che altri sperino in un miracolo e pochi siano quelli che come Antonio Padovano hanno il coraggio di scoperchiare il lezzo malsano di ogni Istituzione, soprattutto di quelle in alto loco ed evidenziare a quelli che subiscono ingiusti trattamenti che tutto questo è un congegno malato, assurdo e da sradicare perché a niente valgono gli aggiustamenti apportati nella misura in cui si appanni il vetro per meglio nascondere una realtà irrecuperabile per molti aspetti.

Naturalmente un tale sistema non merita che una caterva di paroloni e parolacce attraverso le quali il Poeta scarica la sua avversione a tanto scempio che coinvolge tutte le espressioni della vita sociale.

Molte impostazioni di questa sono sbagliate ‘ab origine’ perché proposte e firmate con ben altri scopi che quelli che apparentemente propugnavano e su questo campo già infetto non potevano che vegetare le idee più malsane, sempre mascherate da idee nobili.

A parte l’imperdonabile sacrificio di vite senza colpa, di sogni senza realizzazione, di piani personali e familiari vanificati, i piani segreti di distruzione di questa povera umanità, cominciano a farsi più chiari e mostrare la verità di un gioco senza scrupoli, giocato a tavolino dai più potenti della terra, che si spartiscono le spoglie dei sacrificati, come fecero i soldati dell’impero del tempo, con quelle di Cristo.

Nulla può esserci di peggio di quel che il nostro Poeta ha così ben descritto con le parole che ha ritenuto adatte a connotare la gravità del momento e delle azioni di ogni potere, indipendentemente da ogni grado e rango.

C’è una profezia che parla della fine di ogni potere terreno e del ritorno del potere nelle mani di Dio, ma questo accadrà quando l’uomo si accorgerà di aver usato male l’opportunità che Dio gli ha dato e quel tempo è arrivato. Un coro di proteste si alza da tutti gli oppressi del mondo, la terra stessa invoca aiuto. Eppure non si ferma la macchina infernale di distruzione e morte avviata dall’uomo, ebbro di un potere che può causare solo la caduta di tutti i valori che uomini illuminati di ogni tempo gli avevano prospettato e nonostante gli avvertimenti la Scienza è stata usata per prevaricare i più deboli.

Una civiltà, ch’è barbarie, si è innalzata a Dio del nostro tempo e tutti ad inseguire le sue false chimere.

Gesù disse che non si può mettere un panno nuovo per aggiustarne uno logoro, perché quello nuovo porterebbe via l’altro. Questa è la soluzione di tutti gli aggiustamenti in extremis, che oggi si vogliono apportare ad un sistema marcio.

L’oppressione dei deboli grida vendetta e questo grido è ascoltato e schiere di Angeli innovatori hanno preparato il loro piano di riscatto e stanno tra di noi, in attesa che giunga l’ora prestabilita.

Chi spende la sua vita nei piaceri e beni materiali non è consapevole che tutto ciò che ha ammassato a danno altrui gli verrà tolto perché questa è l’Era della Giustizia di Dio.

E non viene per punire, ma per ristabilire l’Ordine dettato dall’Amore ch’è suprema Giustizia.

Chi è teso verso questa certezza può già scorgere i segni di un Nuovo Giorno.

Tutto quello che il nostro Poeta depreca di questo indecente momento storico è legna da ardere e le fiamme di questo grande Fuoco lambiranno i confini di tutta la terra e la sua luce sarà vista in tutto il sistema solare.

Ogni disagio, ogni pena, ogni ingiustizia, sarà retribuita come merita perché i cieli hanno in odio il lezzo che giunge dalla terra. Un bambino che si addormenta piangendo perché non ha mangiato mentre altri si alzano la notte perché non possono digerire la quantità di cibo che sarebbe servita a lui per sostentarsi una settimana, è possibile che venga ignorato?

E’ giunta l’ora del Giudizio supremo, l’inferno sta vomitando i suoi cadaveri e la maggior parte ha volti molto noti: quelli che Antonio Padovano non ha tentennato ad accusare in questo libro.

Dovrebbero dare il buon esempio e condurre una vita morale, al servizio del prossimo e invece si concedono ogni sorta di nefandezze, inquinando la società, corrompendo i giovani, esponendoli a progetti fallimentari e negando loro un futuro degno delle loro aspirazioni.

Qualcuno dà il buon esempio, ma “una rondine non fa Primavera” e in mezzo a tanti “uccellacci” la sua poesia e i suoi voli gioiosi non possono placare il bisogno di bellezza e di serenità che ognuno desidera per la propria famiglia e per tutta la società.

Non c’è aspetto dell’odierna società che Antonio Padovano non abbia segnato a dito, tutti gli artefici di questa “bagarre” sono stati chiamati sul banco degli imputati.

Li troverete tutti i responsabili dello sfascio di questa società, ben connotati e dileggiati, perché altro non può fare con le sue satire che mettere in ridicolo usi e costumi del suo tempo. come in ogni epoca hanno fatto i suoi illustri predecessori.

Penso che stavolta abbia completato il quadro della situazione già delineato nelle opere precedenti, ora è tutto chiaro anche perché si sta andando troppo in là, provando al massimo la pazienza dei cittadini, svilendo ogni principio di intelligenza, mostrando i politici di non essere all’altezza del loro compito nel governare questo paese e senza risolvere i problemi dell’occupazione e della crescita economica.

Ogni squilibrio della società è stato messo in risalto e anche se il mondo è sempre stato ingiusto e crudele, oggi la situazione è dilagante e tocca tutti gli stati del mondo e la paura e la sfiducia terrorizzano tutti i viventi e quell’apocalisse annunciata incombe sempre più da vicino con il suo roboante incalzare.

L’uomo non ha più chi tuteli i suoi interessi oltre Dio e solo nelle Sue Mani è il destino di ognuno.

Questo Poeta solitario e scrittore impegnato usa la satira come unico mezzo per lasciare ai posteri un quadro realistico del presente, è la storia del momento che racconta, è la storia di una grande ingiustizia sociale, del degrado del potere a danno di quei giusti per cui questa società può conservare una parvenza di civiltà.

Angela Furcas

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