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Rofrano. Terra della civiltà Greco-Bizantina

Rofrano. Terra della civiltà Greco-Bizantina

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Desidero esprimere la mia profonda gratitudine all’amico Giuseppe Barra per quanto prodotto con la ricerca, lo studio e l’approfondimento degli avvenimenti e delle fonti. Il desiderio di ricomporre la Storia (per mezzo delle storie sfilacciate) del territorio, negli ultimi tempi, è divenuta una costante in ascesa che in un certo qual modo vuole sottrarre gli episodi dalla edacità del tempo e del silenzio, per scampare dal male della obliante disattenzione della modernità. La ricerca dello storico o dello studioso, tanto quanto quella dell’appassionato, deve avere quale intento non più solo quello di riportare alla luce antiche nobiltà e gesta, ma anche quello di far vivere il passato nella memoria, interrogando il presente inverato nel tempo. L’appassionata ricerca dell’autore è confluita nella elaborazione di questo saggio storico il quale reca tutta una serie di dati preziosi sia per quanto attiene al territorio di Rofrano e alla sua vetusta storia sia per ciò che concerne il legame intercorso nel tempo fra questo Comune e il Monastero Esarchico di Grottaferrrata e sue pertinenze (Cilento, Vallo di Diano e Salerno città). La memoria degli avvenimenti, qui presentati e descritti, coinvolge l’uomo presente invitandolo a rivivere tutto un mondo che non è lontano, anche se distante negli anni e in cui si ritrovano personaggi, luoghi e avvenimenti che sono obiezione a quella incapacità di giudizio, frutto di pigrizia mentale. Il darsi ragione, l’interrogarsi e l’interrogare, il porsi in discussione, l’attenzione come fattore di introspezione, la curiosità che si china a scrutare gli avvenimenti, lo stupore per le meravigliose bellezze, segno armonico, sono tutti fattori che esaltano lo spirito della ricerca del filo conduttore che è negli avvenimenti. Il volume, infatti, parte dall’esperienza profonda della fede; tant’è che nella temperie spirituale di un’epoca, in parte conclusa e in parte ancora incidente sul tessuto presente della storia appare come determinante il destino storico di quest’area geografica. Ma dalla lettura attenta del testo, appare evidente che il processo di trasformazione sociale è stato lento anche perché sono mancate le forti originalità di testimonianza della fede e molto spesso i personaggi sono legati alle vicende sociali e politiche di un tempo reale in cui, però, comunque non è mancata la costante attenzione ai particolari. Com’è nella fisiologia propria delle situazioni, il territorio di Rofrano (più in generale tutta l’area del Cilento e del Vallo di Diano), ha risentito degli effetti, positivi e negativi, se pur di riflesso, di un’epoca che suo malgrado sostituiva la precedente. Qui, la Chiesa, che è esperienza anche storica, avvertì, più che altrove, le difficoltà di un cammino che inevitabilmente dovette confrontarsi con la fede e con il culto delle Icone, della Santa Madre di Dio e dei numerosi Santi, taumaturghi ed egumeni, trasmessi dai monaci italo-greci di tradizione bizantina. L’andare per archivi e biblioteche a ricercare, con paziente minuziosità, ha fatto venire alla luce tutte quelle interessanti dovizie di particolari che hanno segnato la vita, la storia, la cultura, le guerre e la fede di allora, e che, a noi, spetta però il compito di conoscere, valorizzare e tramandare. Se da una parte gli studiosi meravigliano per la grande passione di ricerca storica, dando voce ai tanti documenti sepolti dall’oblio; dall’altra i documenti rivelano, sempre o quasi, squarci di animo, sentimenti e passioni, palesano nel contempo quella cultura, motore indispensabile, del progresso e della crescita di un popolo e della sua genìa. Non più solo grandi gesta ma i vari eventi, la pietà popolare, la superstizione e superfetazione, i privilegi e i contenziosi amministrativi aspetti di una unica vita sociale e religiosa, letti nel turbolento fluire della quotidianità. Da un osservatorio lontano dal tempo attuale viene descritta la realtà del tessuto socio-religioso di questo territorio.

Il tutto è stato espresso attraverso uno sguardo d’insieme posto con passione e simpatia dell’animo su una vasta situazione religiosa e contemporaneamente umana. Il libro, e questo in particolare, è lo specchio dell’anima e la fotografia di una società legata ad una storia religiosa ed umana insieme. In questa unità sostanziale vi è tutto il valore antropologico e religioso. Le epoche storiche si sono avvicendate secondo un processo distintivo ed unitario. La fede e la cultura hanno, invece, camminato insieme percorrendo, alcune volte la stessa strada altre volte strade diverse eppure, l’elemento coagulante delle due è stata come tutt’ora è la vita vera, ossia quella vissuta dalla gente nel qui ed ora della storia di ciascuno ed ognuno, nella ferialità delle situazioni. Questa unità ha creato quello squarcio necessario a movimentare quella monotonia della quotidianità sia di questo centro sia degli altri piccoli centri interni del Cilento e Vallo di Diano.

È l’esperienza del Bello, del Bene e del Vero che l’uomo anela, se pur in punta di piedi, a possedere tanto quanto brama di conoscere la Verità tutta intera, pur cosciente della sua limitatezza di fronte ad essa che è Luce che illumina il sofferto cammino dell’uomo nella storia.

Giuseppe Aromando

storico

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