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Il sole a mezzanotte, La storia del generale Umberto Nobile

Il sole a mezzanotte, La storia del generale Umberto Nobile

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Sono grato all’amico Armando Voza per avermi voluto coinvolgere a pieno titolo in questa sua prima opera storico letteraria con la quale affronta un argomento di notevole impegno vista la rilevanza di Umberto Nobile, personaggio discusso e controverso, attorno al quale sono stati scritti innumerevoli libri, saggi, articoli e memoriali, prodotti film e documentari televisivi. Doppiata la boa del secolo ed entrate a buon diritto nel terzo millennio, la vita e le vicende del generale irpino continuano a destare un interesse sempre vivo e nuovo tale da suscitare l’attenzione di una fascia generazionale nata al di fuori di quella infinita querelle mediatica che ha inseguito Nobile per tutta la vita e, quindi, più difficile a subire condizionamenti emotivi.

Il lavoro di Voza si impone subito per due motivi principali che sono poi il pregio di tutta l’opera; il primo quello di essere una delle poche biografie ragionate che spaziano tutta la vita di Nobile, dalla nascita alla morte e anche dopo, contrariamente a quanti hanno voluto “raccontare” e formulare giudizi sulla figura del generale limitandosi a frugare, talora in modo non sempre corretto, nei quarantotto giorni della Tenda Rossa o, peggio, orecchiando quanto s’andava dicendo qua e là, e il secondo l’apporto di una formidabile base documentaria sulla quale poggia e fa costante riferimento tutto l’impianto narrativo. Articolata in due sezioni, di cui una strettamente biografica e una di appendice, l’opera che, come già messo in evidenza, raccoglie anche una cospicua quantità di documenti e di notizie accessorie che aiutano il lettore ad affrontare con sicuri punti di riferimento la complessità della storia, si presenta subito accattivante e gradevolissima a leggersi intervallata da stralci di articoli di giornale, di lettere e soprattutto di scritti dello stesso Nobile che l’autore usa, assai accortamente, collocandoli opportunamente nel testo.

Un altro aspetto del libro, non meno interessante, è che Voza si è mosso sul territorio seguendo le orme di Nobile, principalmente nell’area Ebolitana, dove ha potuto lucrare testimonianze talora dirette o mediate da discendenti di personaggi che in qualche maniera ebbero a trovarsi con Nobile e, soprattutto, la disponibilità di documenti, molti inediti, destinati altrimenti a rimanere in sonno negli archivi comunali o nei cassetti di case private. Un’opera, questa, che ripropone sotto una nuova luce la figura di Nobile, un lavoro a tutto tondo, come si usa dire, che riprende in mano gli argomenti già noti tenendo sempre presente la levatura morale e professionale del protagonista messa a confronto con i personaggi di un’epoca contrassegnata da forti interessi corporativi e da lobby politico industriali terribilmente miopi e grette per ciò che riguardava lo sviluppo della ricerca scientifica e del progresso tecnologico del Paese. Il Pack e la Tenda Rossa, ampiamente trattati, come logico, non diventano però il motivo dominante e assillante della storia, sono una parte della storia che si proietta sulle altre dimensioni della poliedrica attività scientifica e umanistica del protagonista sconosciute alla maggior parte dell’opinione pubblica.

L’impegno politico e sociale di Nobile, vigorosamente trattato nella biografia, la genialità dell’uomo di scienza impacciato e goffo di fronte agli orpelli cattedratici e ai lustrini onorifici con i quali gli italiani lo ricoprirono in modo dissennato contribuendo involontariamente ad attirargli invidie e gelosie irrefrenabili, la semplicità del suo costume di vita, l’amore sconfinato per lo studio, il pensiero creativo e l’eccezionale cosmopolitismo e l’apertura a genti e culture diverse emergono dalla pagine del libro facendone un portatore di valori ante litteram.

Voza ama il personaggio, e si percepisce a chiare note, senza tuttavia cadere nella piaggeria o nel preconcetto ostinato dell’uomo di parte e ne presenta il vissuto completo con le sue luci e le sue ombre contribuendo, con un lavoro che si impone, per serietà di ricerca e per impegno realizzativo, tra le opere che contribuiscono a ricollocare nella giusta dimensione storica, per lungo tempo preclusa, Umberto Nobile.

Senza scivolare nella retorica o nel discorso di maniera, si può affermare che Il Sole a mezzanotte non poteva essere titolo più aderente e simbolico per l’argomento trattato, ma anche e soprattutto per la similitudine che ne esce della luce ferma sull’orizzonte che non tramonta fugando le tenebre e illuminando coloro che vogliono farsi illuminare.

Un grazie dunque all’amico Voza che, mosso da una genuina passione per la ricerca storica, ha prodotto un’opera che non potrà non interessare chi ama la storia per la storia, e un particolarissimo apprezzamento per quella pazienza, tenacia, modestia e disponibilità al confronto delle idee mai venuta meno durante i lunghi mesi della preparazione e della stesura dei testi. Con l’affettuoso augurio di buona fortuna.

Colonnello A.A. (R) Ovidio Ferrante

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