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Noli me tangere (Non mi toccare)

Noli me tangere (Non mi toccare)

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Dal mio primo libro a quest’ultimo: “Non mi Toccare”, otto libri ed ancora ho tante cose da raccontare.

 

Quando cominciai a metter nero su bianco, non pensavo di arrivare a tanto.

Iniziai con i primi passi, ma ora, di passi, ne ho fatti tanti, ricordando le cose belle del passato e tante cose che mi son state raccontate: Storie vere di vita vissuta, di compagni di lavoro e di viaggio, che ho conosciuto. Troppe cose sono chiuse nella mia mente, un po’ alla volta le farò uscire.

Quanti ricordi, quante corse, quanti racconti di gioie, di lacrime e dolori ma, nella vita, ho sempre fatto bella figura.

Amori tormentati ed amori perduti, non sempre di tutto ciò ho goduto.

Di lacrime e rimpianti ce ne sono stati tanti. A testa alta sono andata avanti.

A troppe cose ho rinunziato, ma non dimentico le cose vissute nel passato.

Vivere di ricordi è meraviglioso, non voglio ripetermi, se già, in passato, ho scritto questa frase.

Di tutto quel che ho fatto, ne sono fiera e di aver conosciuto tanta meravigliosa gente.

Tanta gente nuova incontro per la strada e tanta gente frequenta la mia casa, gente importante, che pensavo di aver dimenticato. Ancora sui miei passi, persone altolocate ed ancora mi domando: “Chi sono io per meritare tanto?”

Ventuno anni, di vita di campagna, quanto sudore per lavorare nei campi.

Cinquant’anni di vita cittadina. Ora son tornata nella mia terra natia. Questa terra meravigliosa cilentana, ma io, in campagna, non ci posso più andare.

Quanto rimpiango quelle corse nei prati, a piedi nudi, quando nell’erba camminavo.

Come vorrei lavorare ancora la terra e al fianco di papà zappare e seminare il grano. Salire e scendere sulle piante e cantare amore, amore.

Le sgridate di mia madre, se non facevo le cose buone.

Vedere ancora quel finto cacciatore, stare a me vicino, di nascosto, mentre fingeva di aiutarmi a raccogliere le olive.

Ero giovane, non avevo molti pensieri, anche se non mi piaceva, stavo nei campi da mattino a sera.

Le stagioni non erano tutte uguali, ma si alternavano tra loro, in modo regolare. Non come oggi, che si passa dal costume al cappotto e dal cappotto al costume, saltando le stagioni più belle: la Primavera e l’Autunno.

Quelle primavere profumate ed illuminate da un tiepido sole e gli autunni con le foglie di mille colori che ondeggiavano al sole. 

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