Tre uomini e il loro inferno vissuto

Il racconto parte dall’incontro fortuito in età adolescenziale di tre giovani fanciulli, Roberto, Enrico e Riccardo, amici già dall’età di tre anni, in un paesino dell’entroterra viterbese…Vicovaro, appunto.

Il testo nel proseguo del suo dipanarsi fa il resoconto della vita vissuta ogni giorno dai nostri tre amici sin dallo scoppio della seconda Guerra in Italia (nel racconto stesso c’è anche un riferimento similare quasi ad Hitler “… e vidi spuntar di scarponi lucidi neri che dall’acqua si ergevano come quasi fossero due montagne. Alti erano, sembravano quasi tre metri”).

Man mano che prosegue il racconto si arriva sino al 1935, epoca in cui i nostri tre amici, si disperdono ognuno per la propria strada, per poi rincontrarsi nuovamente e fortunosamente nel porto laziale della vicina cittadina.

Il lettore troverà poi in questo testo, riferimento ad una epoca storica di accertato interesse anche dal punto di vista intellettuale.

Piaccia al lettore seguire la narrazione con un consulto di testo di storia ed una cartina geografica, per focalizzare il punto ove sia ubicato il nostro addivenir delle storie (per essere più precisi siamo nella provincia di Viterbo, in direzione parallela di Civitavecchia, nord di Frosinone).

Per ritornare al punto che avevamo lasciato dunque, la narrazione del racconto prosegue poi con l’incontro dei tre protagonisti in un cimitero provinciale, al capezzale di Riccardo, con un’ animata ed appassionante arringa dei tre…, animati da amor proprio e forte identità nazionale, tale da permettere solo in tal guisa un’usurpazione di documentazione segreta.

Il resto del racconto lo troverete nelle pagine a seguire. Buona lettura.

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