Gli alberi di albicocco

All’ospite in tempi remoti venivano offerti doni preziosi, inimmaginabili, oggi cosa offriamo ai nostri ospiti e loro a noi per esaltare e salvaguardare l’integrità dell’ospitalità che ieri come oggi si nutre di scambi?

Il “luogo”, anche oggi, in cui l’uno accoglie l’altro non appartiene né all’ospite né all’invitato ma al gesto dell’ospitalità, di quell’ospitalità poetica di cui le comunità locali sono silenziose e discrete tessitrici.

Il “luogo” e la sua comunità costituiscono la destinazione e la motivazione principale per cui l’ospite del terzo millennio si sposta.

Con Evoli Borgantico la comunità locale, gli operatori turistici e l’ente pubblico hanno intrapreso un percorso, lento e difficile, condividendo una strategia unitaria e sistemica di accoglienza, una visione comune in grado di assicurare all’ospite una permanenza ricca di emozioni, irripetibile, indimenticabile.

Protagonisti di questo percorso quei luoghi, quelle donne e quegli uomini che, partendo dalle risorse presenti e disponibili sul territorio, organizzano un sistema di ospitalità moderno ma di relazione, sostenibile sul piano ambientale ma fondato sul carattere identitario locale.

L’ospite, oggi, mostra sempre più il desiderio di stare insieme, di un “milieu comunitarie”, di appartenenza, di empatia, di scambiare emozioni. Condividere luoghi e comunità è il collante per nuove forme di socialità.

C’è un forte bisogno di comunità, di stare insieme, di legami sociali, di relazioni.

Il successo di un “luogo ospitale”, di una destinazione turistica deriva dalla capacità di suscitare emozioni sensoriali e di stabilire relazioni e renderle durature.

Gli alberi di albicocco è l’esaltazione della polisensorialità.

Dott. Rosario D’Acunto

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