Giacomo Capodiferro

Qualcuno leggendo questa storia, storcerà il naso, perché oltre a poche testimonianze, tra l’altro non attendibili, potrebbe sembrare campata in aria. Conscio di quanto affermato ve la presenterò come una leggenda tramandata a noi dalla parola e, ancora fresca, come ogni storia d’amore che si rispetti.

Ho letto di questo episodio di “vita vissuta” che lo stesso storico Peppe Barra ha definito ai limiti della realtà e ho deciso di scriverne un “romanzo” o, quantomeno, una storia che sembri tale. Confesso che ho riflettuto molto prima di cimentarmi, perché ritenevo la “leggenda” poco originale: non riuscivo a pensarla diversa dalla vita reale, quindi poco appetibile al lettore contemporaneo. Ho riflettuto ancora prima di accingermi a iniziare e ne è la prova questo lunghissimo prologo, finché non ho riletto il cognome del personaggio, rimanendone affascinato: de Consolibus. Mi sono chiesto perché si definisse così e, riandando nella storia, potrei magari scoprire una loro innata logica nel definire controversie o quantomeno essere dotati di diplomazia, e le due cose possono convivere. Allora, se così fosse, perché tra costoro nasce qualcuno la cui testardaggine lo fa diventare una testa dura come il ferro (Capodiferro)? Pensandoci o ritenuto di capirne la ragione: nel definire controversie è importante non cedere a nessuna delle parti, quindi la famiglia de Consolibus era testarda per eccellenza e da qui nasce l’indole di ogni familiare, donne comprese.

Ora la storia o leggenda che sia comincia ad affascinarmi e sono pronto.

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