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Un arcobaleno di parole

Un arcobaleno di parole

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Capita sempre più spesso che la fretta ed i ritmi frenetici della vita quotidiana ci distolgano dall’osservazione di quanto ci circonda.

Non ci accorgiamo delle meravigliose fioriture primaverili degli alberi da frutto, non ci soffermiamo più ad ammirare lo scorcio di un antico castello diroccato circondato dal verde della vegetazione, non rimaniamo senza fiato ad ascoltare il mare che si infrange sugli scogli con le sue onde bianche di schiuma e non stiamo più attenti a non calpestare un delicato fiore di campo mentre passeggiamo assorti “... un passo mi tradisce, sì, ho calpestato un fiore …”

Nonostante la prepotente bellezza della natura cilentana sembri richiamarci ad ammirarla e a goderla, noi superficialmente la guardiamo con gli occhi, senza vederla realmente con l’anima.

Attraverso le sue poesie Carmine Pinto ci dona la sua capacità di “vedere” e ci accompagna con grazia e sensibilità alla scoperta del suo prezioso mondo interiore, colmo di amore per tutto il Creato e ricco di preziose ed intense sfumature di cangianti colori che tingono ed illuminano il suo “sentire” di Artista.

Le cromie della sua tavolozza di pittore non dipingono soltanto le bianche tele, ma disegnano atmosfere rarefatte ed intense pregne di profonda partecipazione all’interno di ognuno di noi e

riescono a tradursi in struggenti liriche che sfiorano ed affrontano i temi più diversi e a lui più cari come la famiglia, l’amore, la natura, le contraddizioni del nostro tempo, ma la sua voce di poeta sembra alzarsi e diventare stentorea e possente quando ci parla della pittura.

Per lui il luogo ideale è rappresentato dal suo “rifugio”, uno studio dove dipinge e raccoglie testi sull’arte che parlano dei grandi pittori del passato e di quelli del presente e libri di poesia.

Qui, tra l’odore dei colori, le tele bianche, i tubetti di tempera, i colori a olio, le cornici, i quadri appesi alle pareti,  i fogli bianchi sparsi sul tavolo sui quali annotare i pensieri e le emozioni che gli si muovono dentro, Carmine trova il suo “paradiso”, la sua “isola che non c’é”, priva di pareti materiali, il luogo ideale dove riconciliarsi con se stesso e con il mondo.

Qui la sua mente e tutto il suo essere possono spaziare e intraprendere il viaggio più emozionante ed avvincente che esista, che è quello dell’Arte e del creare, che Carmine ama fare accompagnato dai suoi amici artisti che condividono con lui l’amore per il “bello”.

 

Amedea Lampugn

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