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Fermamone cca’ – Puisie ccu’ lu cundo

Fermamone cca’ – Puisie ccu’ lu cundo

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Dopo una pioggia fresca e continua di Poesie un po’ in lingua, ma innanzi tutto in dialetto del Cilento, un po’ serie e fatte di ricordi, ma molto spesso descrittive e marcatamente umoristiche, Elia Nese ci propone questa nuova Bozza da recensire, in dialetto cilentano, per una nuova pubblicazione, che, strano a dirsi, s’intitola (nientepopodimeno!) “Fermamone cca’!”

Che ci vorrà dire, questa volta, questo ormai noto Poeta di Piano Vetrale, con codesto titolo?... Che avendo cominciato un giorno assai lontano e quasi per scherzo, a comporre poesie per compiacere i suoi concittadini, ed essendo poi passato, attraverso il Circolo Culturale Artistico “Duomo”, la “Scaletta”, il “Brontolo” e l’”Associazione Poeti Cilentani”, a conquistare glorie, onorificenze Primi Premi, non solo a Piano Vetrale, ma in tutta Italia, si è ora cosi stancato di pubblicare, che vorrebbe smettere?...

Ci crediamo poco. La sua Poesia è diventata una piacevole rievocazione filosofica di concetti e di fatti, di storie e di ricordi tra personaggi più o meno noti, che si eleva gaudiosa e melodica, come una sonata di Mozart, che pure in chi non s’intende di musica, rallegra i cuori e solleva lo spirito, per la sua tenuità e la sua amorevolezza.

 E come una sonata di Mozart, infatti, la poesia del Nese racconta, rammenta, costruisce e fa rivivere, quei momenti cosiddetti, “ancestrali”che a tutti fa piacere di vivere, o di

aver vissuto!

Dice il Poeta nella “Serata re vierno”:

Attuorno a lu ffuoco se passavano le sserate

Inda li misi re vierno;

assettati a scanni,

vanghi e pièsciuoli

cundi re vita passata

o fatti re lu mumendo

accompagnati ra vino

vippito ra l’arciola…

Ogni tando coccheruno

capuzziava ppé la stanchezza…

E a ‘mman’a ‘mmano…

pigliavano la via re lu lietto…

E più avanti, ritornando elegiaco e pieno d’amore e di fascino per la sua Terra:

Si vuò veré

com’è lu paraviso

fatte na passejàta

ppé inda lu Cilièndo.

Si vài ppé le mmarine

viri nu mari verde

addòve zombano pisci

ccù li raggi re lu sole…

Per concludere, mio caro Elia, mi son fatto una bella lettura, anche con questa non certo ultima tua pubblicazione, e mi compiaccio di essere stato io un po’ tuo maestro, non solo perché mi ritrovo spesso nelle tue ormai famosissime poesie umoristiche, ma anche in tutte le altre! Perciò non ti fermare! Chi si ferma è perduto, non lo scordare, e e chi combatte si può anche trovare qualche volta, come tu stesso dici: Ccù lu culo ‘nderra…”, ma è sempre felice perché ha combattuto e vinto.

Nello Tortora

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