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Donna ... mistero, arte 2 a cura di Cosimo Clemente e Mario Festa

Donna ... mistero, arte 2 a cura di Cosimo Clemente e Mario Festa

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La presentazione di “Donna ... mistero, arte”, seconda edizione, quest’anno è compilata esclusivamente dallo scrivente, perchè in qualità di presidente del Centro Culturale Studi Storici, seguo i curatori Cosimo Clemente e Mario Festa, dal giorno in cui si decide di partire per realizzare l’antologia.

Questo avviene nell’attimo stesso in cui si è finita di presentare l’antologia precedente.

I curatori contattano gli autori i quali ci inviano le loro opere e dopo che una commissione apposita ne valuta la validità, si procede per la pubblicazione.

Quest’anno l’antologia presenta una novità: sedici pagine a colori riservate agli artisti del gruppo “Il Papiro di Leida”, nato nel gennaio 2008 in seno al Centro Culturale Studi Storici. L’antologia “Donna ... mistero, arte" è composta da 65 autori tra poeti, scrittori, fotografi e artisti. 22 di loro sono uomini e 43 sono donne.

Come si evince, quasi i due terzi degli autori sono di sesso femminile.

L’arte è ormai al femminile e come per le poesie, anche per la pittura, la donna ha molti primati. Nei concorsi le donne, in percentuale, ottengono sempre la maggioranza dei premi, classificandosi ai migliori posti. Statistica realizzata in base ai risultati del nostro concorso di poesia “Il Saggio - Città di Eboli” che quest’anno è alla XII edizione.

La donna è molto più sensibile dell’uomo. La donna che scrive, sa scrivere bene perchè non redige solo scrittura dettata dalla mente ma anche amore dettata dal cuore. Così è anche quando la donna dipinge. Questo non significa che l’uomo è inferiore alla donna ma ... anzi, se l’uomo si ferma un attimo e aggiunge alle sue opere un po’ di pàthos, allora il risultato ascende di lunga rispetto al normale e sia l’uomo che la donna possono viaggiare insieme verso un mondo impregnato di cultura e sapere.

Al giorno d’oggi che si legge e si “osserva” poco, perchè tutti guardano ma pochi vedono, le opere devono trasmettere qualcosa e devono farsi notare dai più distratti. Devono attrarre a se il viandante della vita perchè non si può percorrere la via della vita senza soffermarsi sulle bellezze culturali ed artistiche che ogni giorno ci circondano.

Tutto quello che si fa oggi è solo fatto per professione ma senza professionalità. La vita è una missione non un lavoro. Il lavoro serve per far vivere bene il nostro corpo. La vita  serve per far vivere bene la nostra anima. Chiunque deve fare il proprio lavoro fino in fondo. Il sacerdote dev’essere il “Padre” e  non dev’essere un attore che all’occorrenza indossa un costume e entra in scena. L’uomo deve vivere la vita amorevolmente e se in serbo possiede l’amore per la pittura o per la poesia, questi dev’essere poeta in ogni momento della vita; mentre riposa e mentre lavora, mentre scrive e mentre declama.

Dante Alighieri nei suoi versi ci ha lasciato un grande messaggio: “Io sono uno che quando Amore m’ispira, noto, e a quel modo che ditta dentro vo’ significando” (quando l’amore lo ispira, egli lo analizza in base a ciò che gli comunica: il tema che indaga l’animo del poeta è quello dell’amore profondo e complesso).

In ciò che dice Dante è chiaro che il poeta è ispirato dall’amore e se ciò è vero, significa che il poeta è intrinseco d’amore in ogni attimo della vita, in bene ed in male. Ciò però non accade nella realtà che ci circonda. L’uomo d’oggi vuol raggiungere una meta, un traguardo che crede dipende dalla sua forza fisica, ma la realtà vera è che nessun uomo può ottenere con la forza ciò che si ottiene con l’amore, con il bene.

L’uomo che prega Iddio con le parole, ad alta voce ma con la mente distratta, o solo per abitudine, se non si rivolge a Dio con il cuore, non sa che il Padre non lo ascolta. Il sacerdote mestierante non reca le pecorelle all’ovile, ma le fa fuggire. Il poeta o il pittore che non amano la vita non potranno mai attrarre alla visione poetica e artistica l’uomo distratto.

In questa raccolta si è cercato di inserire opere prefuse d’amore sperando che il lettore si avvicini alla cultura visiva e alla lettura delle opere.

Fortunatamente, ancora oggi, si trovano uomini che fanno il proprio lavoro con amore e con missione e ognuno di noi dovrà lavorare quotidianamente, per avvicinare l’uomo a Dio anche tramite l’arte, come disse Giovanni Paolo II qualche decennio fa.

Giuseppe Barra

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