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Anelito d’Infinito, Il nostro cammino
Anelito d’Infinito, Il nostro cammino

Anelito d’Infinito, Il nostro cammino

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Il senso del percorso poetico di Santo può essere racchiuso nei successivi tre versi  dai quali si evincono, come eco lontana, il frastuono dell’affollarsi dei pensieri e il lieve fruscio della voce del cuore combattuta fra passato, presente e vibrante anelito rivolto al futuro al fin di coglierne l’essenza.

… Il tuo pane croste più non avrà,

soltanto quelle che si sbricioleranno

nella purificazione della vita.

Difronte al pensiero costante si snoda il dinamismo della parola che vive e fa vivere emozioni, sentimenti, travaglio interiore e la consapevolezza del fugace.  Parola che fluisce leggera, composta e dignitosa; parola che rimanda alla vita e al mistero. Parola che diventa respiro di un vissuto affrontato con garbo e dolcezza e scevro da qualsivoglia ipocrisia. E la parola “pane” diventa la chiave di lettura di tutta la silloge.

Pane inteso come elemento essenziale per saziare la fame spirituale al fine di  elevarsi ad di sopra di ogni dubbio o timore. Pane come amore che, filo conduttore di tutta l’opera poetica dell’autore, curva sempre più verso la purificazione, la liberazione dagli aspetti negativi dei sensi per ascendere verso una realtà in cui tutto può, che tende a ricomporre le emozioni che in esso affondano e le trasforma in sinfonie, in suggestive e coinvolgenti soluzioni che fanno della poesia il nutrimento del corpo.

Da qui parte il verseggiare lineare che prende il lettore, l’avvolge e lo trascina lungo i “sentieri erbosi… nel flusso eterno del nostro Esistere”. Pane, parola che può rappresentare l’universale seppure nella sua accezione umana nella quale diviene figlio e padre  “ogni figlio diviene padre”, elemento di apertura e chiusura del ciclo vitale. La trasformazione della parola in immagine si coglie con immediatezza e non si esaurisce nella sua connotazione ma si spinge in un oltre, in uno spazio infinito dove “ l’unico compagno è il silenzio, tanto profondo da percepirne il suo canto”.

Il contingente, caratterizzato da un’accurata ricerca interiore e formale, anela al trascendente espresso in una poesia caratterizzata da una purezza estetica  non soggetta ad alcuna restrizione.

Espressioni e versi, rivisitati dal poeta in base ad una sua personalissima concezione dell’essenza del vivere, riprendono motivi classici e sembrano ispirati dal   “… fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Non è un pane fisico ma “un pane disceso dal cielo”, un pane diverso che sfama per sempre l’uomo mantenendolo in vita per l’eternità. E’ Poesia, poesia che diventa musica quando riesce a trasmettere emozioni suggestive e di grande energia. Ho letto e riletto queste odi per il piacere di vivere le emozioni che Santo, fine cantore dell’animo umano, trasmette con grande maestria.

 

Lucia Clemente

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