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Pensieri e parole

Pensieri e parole

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Ho conosciuto Lina da poco tempo assieme a suo marito Cosimo. Una splendida coppia. Lina la ricordo da ragazza, era sorella di Vito, un mio caro amico di gioventù. Abbiamo condiviso un po’ di esperienze giocando nella stessa squadra, frequentavamo gli stessi amici. Parlo di Vito perché scrive Lina nei suoi racconti: “eravamo davvero inseparabili, da piccoli… lui era il mio compagno di giochi”. Quindi abbiamo condiviso questa gioia di averlo avuto come amico. Poi ho saputo che Vito è morto prematuramente. La cosa mi ha rattristato molto ed ho incominciato a capire il dolore che ha colpito Lina. Suo fratello, compagno di giochi, compagno di marachelle, di avventure e spesso anche di disavventure non c’era più. Una ferita che lacera il cuore, che può guarire solo se non si mettono nell’oblio i ricordi. Lina dedicherà al fratello una magnifica lirica “A mio fratello Vito”.
Ho letto la sua prima poesia quasi per caso sulla sua bacheca e l’ho pubblicata nella pagina social “Eboli nella Storia”, nella sezione dedicata a “Poesie e Versi Diversi”. Da allora ha arricchito notevolmente la pagina con i suoi incantevoli versi poetici. Lina è un talento vero che raffina sempre di più il suo modo di scrivere. Adesso sono tante le poesie che ha composto. 
Ha pubblicato con successo nel 2016 un primo libro di poesie dal titolo “Emozioni”, edito da Il Saggio; ed ora si ripresenta ai suoi lettori con “Pensieri e Parole”, una raccolta di liriche, pensieri e racconti. I titoli delle sue pubblicazioni rivelano un grande amore per le canzoni di Lucio Battisti, che hanno accompagnato gli anni della sua adolescenza. Beh, una passione condivisa da tutta una generazione! 
Lina, anche se partecipa da poco a concorsi di poesie è stata già premiata a Milano, Eboli, Auletta, ed è presente su diverse antologie internazionali. Ha ottenuto recentemente un riconoscimento dall’Australia per la lirica “L’ombra”.
Io mi voglio fermare prima a rileggere le poesie pubblicate in “Eboli nella Storia”. Credo che quelle che dona alla pagina abbiano un qualcosa tutto da scoprire, quasi un messaggio, un filo rosso da seguire. Credo che non siano pubblicate a caso! Ho incominciato a rileggere tutte le sue poesie, e mi sono soffermato a meditare “A mio fratello Vito”. Un canto struggente di dolore che “riga il viso di pianto, scava rughe nel cuore”. Da quel momento capisco l’espressione del suo viso, a volte quasi malinconico. Il suo cuore è come se fosse tramortito. Continuo a leggere i suoi versi che si fanno sempre più profondi e nella premiata poesia “L’ombra” colgo un suo grande desiderio che si può avverare solo con la fantasia: “con lei vicina io divento gigante, o torno bambina”. Nella poesia “Sera” si nota tutta la sua inquietudine che solo: “Al pallido raggio della silente luna si spalanca la quiete” e nella poesia “Notte oscura” scrive: “Dove ti sei nascosta, dolce luna? Buia, spaventosa, senza di te la notte appare”. Versi che bisogna leggere più volte per assaporarne la dolcezza. Sembrano versi quasi ermetici ma solo per chi non conosce a fondo Lina. La sua anima ha bisogno tramite la fantasia, i ricordi, di tornare un attimo bambina per assaporare quella gioia indicibile che le è stata tolta dalla durezza della vita. Ma le prove non l’hanno certo piegata, anzi l’hanno forgiata, l’hanno fatta diventare donna capace di guardare se stessa e gli altri in modo non banale, ma in modo profondo non fermandosi alle apparenze. Crede fortemente nell’amicizia, crede in valori autentici, si impegna nella politica, nel sociale, ma è anche moglie e madre esemplare. Nulla tralascia, la sua è passione vera per la vita. E le sue poesie sono un tripudio d’amore. Ama tutto ciò che la circonda. Ama tutto ciò che è bello, ama la famiglia, ama Eboli la sua città natale. La poesia “Rapimento d’amore” esprime in pieno i suoi valori: “Se potessi, darei voce a tutti i pensieri e a tutte le passioni che m’irrompono nel cuore”. E se c’è una festa nel Centro Storico, che lei ama alla follia, non può mancare, perché: “la malinconia svanita somiglierà alla vita”. La sua sensibilità si mostra nella poesia “Trema la terra”, quando scrive: “non tutto sotterra va, non la Speranza”. Quella Speranza che nessuno le può togliere, crede in un mondo migliore dove l’uomo per ricevere deve prima donare, a volte anche la vita, come ha fatto il soldato Carmine Calò, a cui dedica i versi “Soldato di Pace”. Lina ama la natura e non poteva non scrivere la poesia “Ermice”, in cui si chiede: “Qual uomo, dotato di senso, non ama quel luogo d’incanto?”. Suggestiva la sua “Ninna nanna ebolitana” cui fa riferimento ai racconti che ascoltava estasiata da bambina. Ama la campagna “Il cielo si è adagiato su di un campo spigato”; “Una fresca fragranza d’erba, e di terra, mi riempie il cuore”. Scrive la poesia “Luna”, piena di nostalgia: “ma la tenera dolcezza di ogni giorno passato mai più ritornerà!”. Ama il fiume Sele: “Qui getterei l’ancora del tempo, anche di un solo giorno, per non aspettare ancora, invano... il tuo ritorno!”. E si ispira alle stelle per scrivere un’altra ninna nanna: “Sussurro la canzone delle stelle, nel dolce canto della ninna nanna”. Sono tante le poesie dedicate alle stagioni, all’alba, al tramonto. E sul Natale esclama: “si commuova di giubilo la terra, e, con sussurrio di voci in coro, e con calore, accogliamo il nostro Salvatore”. Non poteva mancare una poesia dedicata alla mamma scomparsa da poco: “Come da piccola, stretta al tuo grembo, l’anima mia rinfrancarsi sento”. Ed Eboli, la sua città natale, ispira tanti suoi versi. Ogni vicolo, ogni angolo, le donano gioia: “perché felice è chi può respirare l’aria nativa, sulla propria terra!”; “Sei così bella, Eboli! Tu sei lo specchio dell’anima mia”; “Tu mi sollevi al cielo, terra mia adorata”. Lina è una sognatrice, ha fantasia, e la sua ispirazione giunge maggiormente la sera, quando le ombre si allungano: “Il morente giorno consegna il mondo ai poeti e ai sognatori”. Non poteva mancare la poesia per Cosimo “Amore unico”, versi delicati di una donna legata al suo uomo: “I tuoi baci mi legano alla terra, mentre l’anima s’invola”.
Lina nelle sue ultime liriche incomincia a guardarsi dentro e trova un cuore sempre pronto all’innamoramento: “contemplo il tuo splendore, e mentre ascolto, in silenzio, il battito del cuore, non mi resta che auspicare, ardentemente, il tuo amore!”; un cuore pieno di passione: “Così... respiro ancora il tuo profumo, dolcissimo veleno: il sangue mi ribolle, ne traboccano le vene!”; un cuore pieno di sogni: “Schiudi la prigione ai sogni della notte: raccoglieranno per te mille stelle dorate, ne faranno un tappeto, vedrai bellezze agognate”; un cuore vagabondo: “E tu, cuore, resti a guardare... e ti scopri vagabondo!”; un cuore che si ritrova “In Piazza”: “È qui che si ritrovano gli amici, gli innamorati, I bimbi felici… da mattina a sera, qui si respira... un’eterna Primavera”. Poesia che è stata tradotta in Portoghese dalla poetessa brasiliana Marta Gomes de Souza.
Ma Lina ha anche un cuore che ha bisogno di gridare, di urlare, perché i suoi occhi non sopportano gli orrori della guerra, i sogni spezzati di bimbe che non vedranno mai un mondo migliore, e nella sua più bella poesia in assoluto si legge: “non ci sarà più un sorriso, sul mio innocente viso, non vedrò monti coperti dalla neve, dalla polvere è coperta la mia stella, nessuna dolce marea mi ha trascinato, sterile è la mia terra, ed anche il mio albero dei fiori si è spogliato. Ho solo dieci anni, e vivo rannicchiata nell’ombra del dolore”, e conclude la sua struggente lirica: “io spero che ci sia un altro mondo al di là dell’occhio mio, perché lo so... che infinitamente grande è Dio!”. E mentre il suo cuore piange per queste sofferenze, allo stesso tempo è pieno di gratitudine per come ha vissuto la sua fanciullezza: “Felici quei giorni dell’infanzia, quando miravo lo splendore della vita: miei erano l’oro, l’argento, il sole, la luna, le stelle, ogni cosa era preziosa, immacolata, bella”. Il cuore di Lina è alla ricerca continua della pace, un cuore inquieto, nella poesia “La Notte” scrive: “lasciamo che il passato scorra via, come un’ombra leggera, così tutto ritrova pace”; e concludiamo la nostra lettura di queste preziosissime liriche con “Quanta pace”: “Qui la pace gocciola lenta: il sole immenso nel silenzio affonda, e dall’acceso mare esala ardori...ed incanti d’ amore”. In questa lirica mostra quanto sia importante continuare nella ricerca di nuove vie, nell’esplorazione della conoscenza di se stessi e degli altri, e mentre il suo: “sguardo errante, involontario, si perde nell’immensità del cielo, nella profondità del mare”, afferma: “Il vento viene a dare baci, e mentre il battito del tempo scuote il mondo intero, io cerco, nello specchio dell’onda, di trovare il mio sentiero!”.

Paolo Sgroia 

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