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Come valanga che sale

Come valanga che sale

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Relazione del Col. Pompeo Di Luccia

 

La signora Anna Olga Spinelli, al secolo poetessa, ha iniziato a scrivere fin da giovane età. Ancor oggi gelosamente tiene custoditi i suoi scritti, quali “sparsi fior di prato”, racchiusi in brogliacci.

Nella sua vita di donna di casa, manageriale per eccellenza, ha trovato sempre il tempo ed i mod come esternare il suo pensiero. I racconti e la lirica in vernacolo ed in lingua, sono la sua passione.

Lo dimostra la pubblicazione di questa quinta opera, dal titolo altisonante “… come valanga che sale”. Furente, indomita, inarrestabile, sente in lei il sogno di scrivere ed é protesa verso il traguardo “la meta”. Pura illusione perché, oltre l’anelare d’una sicura vittoria, Anna cara, ti esorto, nonostante tutto, a seguitar a ciò che hai intrapreso, forse alla cima un giorno arriverai o almeno, come il filosofo Seneca dice, comprenderai di non esservi arrivata. Coraggio allora!

Ometto riproporvi il suo ricco curriculum vitae, già ampiamente riportato nei suoi precedenti capolavori: opere ricche di amore e di pura realtà.

I suoi scritti pubblicati sono accolti con interesse e vengono anche donati ad associazioni culturali, a Pro Loco e soprattutto ai ferventi innamorati del nostro Cilento.

Possiede una modesta collezione di libri umanistici e della prima gioventù.

Dedica ad essi il tempo libero che può, risfogliandoli con interesse e nostalgia.

Anna, insomma, ama la cultura.

Il De Amicis, poeta della nostra gioventù, non a caso scrive: “Una casa senza libreria ha qualcosa Delle locande, é come una città senza librai, un villaggio senza scuole, una lettera senza ortografia.”.

Un giorno, forte del pensiero del poeta, sono sospinto a rispolverare la mia libreria, fatta di pochi libri, in parte, di reminescenza scolastica e parte di arte ……. vissuta a suo tempo, mi va di fermarmi su un modesto libretto del dr. Guirlanda, consistente in una vera raccolta di massime e di sentenze patriottiche e morali, un vero vademecum.

Il mio sguardo si sofferma a pagina 41 di detto opuscoletto, ad un pensiero di Luciano Zuccoli, su “la meta”, argomento molto vicino e calzante per la nostra Poetessa.

La invito pertanto a meditar sul contenuto e a trarne le conclusioni.

Le parole di Zuccoli rispecchiano ampiamente il suo pensiero, che riporto integralmente, qui di seguito:

La meta – La vita che nel suo stretto fisiologico è chiusa nel breve cerchio del mangiare, bere, digerire, dormire, procreare, cinque operazioni che soddisfano la natura, la quale non chiede altro per la conservazione della specie, comincia proprio al di sopra e al di là di questo cerchio.

Non badare a quelli che si fermano e vi stagnano, bruti in giacca e in manica di camicia o in frac, numerosi mai non contano. Se il cammino dell’umanità fosse guidato da costoro, saremmo ancora all’epoca delle caverne.

Hai una ricca materia da modellare, Padrone di te stesso, puoi scegliere la tua via e se tu vuoi, nessuno riuscirà a contrastarti il passo; taglierai nel tempo le ore che ti condurranno alla meta, e ti inebrierai dell’opera tua, finché non sopraggiunga la serenità dell’anima che aspetta sorridendo la fine.

Non si può supporre una vita elegante, cioè una vita piena, se non abbia una meta da raggiungere e un’opera da compiere.

L’una e l’altra a tua scelta, secondo le tue condizioni sociali e la potenzialità del tuo cervello.

Ciò che importa, sì, è di partire, di navigare e di giungere. Non credere alla fortuna.

Luciano Zuccoli

 

Per astra ad astra!

Coraggio dunque cara poetessa e, sebbene lo scrittore Zuccoli non sia d’accordo, fortuna ugualmente ti auguro.

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