Il tuo carrello è vuoto!
Categorie
Tempo, Luogo e Vita

Tempo, Luogo e Vita

10,00€


Qtà:  Acquista  
Codice Prodotto: 00204
Punti Fedeltà: 0
Disponibilità: Unavailable

Quale onore per me e quale tenerezza nel ricevere i più profondi empiti poetici di un’anima, che ha conosciuto crude sofferenze, che hanno segnato il resto della sua vita, da meritargli il titolo di “Poeta triste”!

Vivere, portandosi dietro una scia di amarezza dall’infanzia è vivere in una perpetua angoscia che le gioie riescono, poi, solo temporaneamente a rimuovere, ma non a cancellare.

Questo sfondo travagliato sul quale si riflettono i ricordi è l’essenza di un vissuto da tramandare ai propri discendenti, come dono supremo del miracolo della vita, che ci sorprende e rilascia sprazzi di vivida luce, come lampade nella notte più scura.

E quale esperienza è più tragica della perdita improvvisa, in tenera età del genitore, sostegno emotivo e guida della famiglia? E quale sconcerto nel vedere quotidianamente il volto di una madre segnato dal dolore?

Il cuore cresciuto nell’afflizione sviluppa una grande sensibilità e si sente spinto a ricercare dovunque i frammenti della felicità perduta, per raccoglierli nella rete del pensiero, il cui frutto resti a testimonianza del suo passaggio sulla terra e il cui coraggio nel superarli resti a monito per sollecitare nei discendenti la forza nel contrastare gli immancabili colpi del destino.

Destino che nel suo caso impersona un mostro di ferro, senza occhi né cuore e che non ha ascoltato le invocazioni degli ultimi tragici istanti di vita di un padre, di uno sposo.

Nessuno potrà mai dimenticare la tragedia di Balvano che ha spento tante vite, che ha distrutto tante famiglie e privato tanti figli del necessario sostegno per divenire, serenamente, adulti.

E’ da un cuore provato che nascono le sue poesie nelle quali fa da sfondo la precarietà dell’esistenza che tutti ci accomuna e ci fa sentire quella pietà che ognuno sente per se stesso, espressa dal Papini nella ‘Preghiera a Cristo’.

Noi tutti, destinati ad una gioia, che non è di questo mondo, non sopportiamo il peso del dolore che ci opprime e ci fa trascinare senza energia, ma abbiamo impresso in noi il ricordo della rinascita a cui tutti andiamo incontro e a momenti di scoramento seguono momenti di grande gioia come il rinnovarsi della vita a Primavera dopo un gelido inverno o il risvegliarsi dei ricordi d’infanzia e di gioventù così carica di promesse prima che il crepuscolo sopraggiunga e il buio si addensi, all’orizzonte.

E’ la certezza dell’impermanenza della gioia che gli fa sollecitare i fanciulli a viverla e a non lasciarsi sfuggire ciò che a lui non è stato dato di sperimentare.

Solo noia e tristezza e nostalgia gli sono accanto ed è da queste inseparabili compagne che nasce l’ispirazione che gli fa rendere ugualmente grazie di ogni cosa intensamente vissuta, di ogni ricordo gelosamente conservato, di ogni luogo visitato durante i suoi innumerevoli viaggi di ogni tempo attraversato.

La sua grande fede gli fa innalzare una lode al Creatore, con la cristiana rassegnazione alle prove che hanno agevolato la comprensione dell’essenzialità della vita, in vista di un’ evoluzione più rapida ed appagante in un futuro mondo spirituale.

Un mondo pieno di presenze care, in attesa, come un padre, una madre, una sorella, mai dimenticati, ed è sul filo di questo ricongiungimento agognato che esprime la gratitudine verso la dolcissima compagna e le figlie e i nipoti che hanno rallegrato la sua vita terrena e alle quali ha potuto dare tutto quell’amore che non si è potuto rivelare e che non poteva restare chiuso nel suo cuore.

L’amore è la forza, l’ energia che tutto crea, che tutto rigenera, che tutto ripara, che tutto abbraccia e tutti consola e quando le cose, per loro natura fragili ed esposte ai vari fortunali cedono, la sua mano misericordiosa li risolleva e li spinge avanti.

Amore che si rende tangibile con le presenze fisiche, ma anche con quelle spirituali come quella dell’Angelo Custode che invoca costantemente perché lo ragguagli sulla sorte di suo padre, dei Santi Arcangeli, di Padre Pio e della Santa Madre di Dio.

Egli esposto alla grandezza dell’universo sente la sua piccolezza di granello di sabbia. trasportato dal vento dello spirito nell’infinito della Creazione e che la sua condizione è pari a quella di ogni altra parte della Natura.

Ma è nella logica delle cose che tutto si rinnovelli e prende congedo dai suoi cari, convinto di ascendere ad un regno immortale e in questo spirito incita gli uomini tutti a prendere coscienza del grande mistero della vita e a svolgerla con fede e gratitudine deprecando guerre e distruzioni in nome di falsi ideali che arrecano morti precoci e dolori inutili.

La sua poetica, a causa della sua infelicità si ispira a Leopardi,al quale assegna un posto nell’Olimpo dei Letterati dopo Dante e Manzoni, nella lirica che gli ha dedicato dopo aver visitato Racanati.

Altre sue opere rispecchiano il dolore per la morte di un canarino, del gatto, di un fiorellino, creature che hanno calamitato l’amore e le premure della sua famiglia speciale, per questi nostri fratelli minori, la cui cura ci rende degni della vita e dei talenti che ci sono stati elargiti da Dio, non solo per i nostri bisogni, ma per procurare benessere al nostro prossimo che include persone, animali e piante e la salvaguardia dei loro spazi vitali.

Purtroppo l’osservanza del Comandamento dell’Amore universale: “Ama Iddio al di sopra di ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso” che farebbe di questo mondo il Regno di Dio, non è perseguita, altrimenti non seguirebbero le proibizioni aggiunte per specificarlo. Chi ama non ha bisogno delle proibizioni, perché mai arriverebbe a compiere quegli atti, che turbano la coscienza personale e sociale e che la rendono un inferno.

Il nostro Autore arriva ad invocare Dio di toglierlo da un mondo siffatto a causa di uomini senza fede e senza principi e amanti dei beni materiali, a causa dei quali esperimentare l’Amore universale è ancora un sogno dell’infanzia dove, lontano dai vizi delle presenti generazioni, la vita si svolgeva nel calore della famiglia, nell’amicizia sincera, nella spensieratezza e permetteva di godere della bellezza della natura, di ascoltarne le voci e ammirarne le graziose presenze.

Era una vita che ti faceva amare ogni piccola cosa,ogni angolo del tuo paese, l’odore del pane e del fieno, la freschezza dell’acqua di sorgente, oggi prigioniera della plastica… e chi avrebbe mai immaginato una cosa del genere? Ogni volta che si imprigiona una cosa nata libera è un atto contro natura e prima o poi quell’atto si rivolgerà contro di noi. Il potere di Dio ha concesso libertà ad ogni cosa perché solo nella libertà ci si può evolvere mentre il potere umano tende a costringere, ad ingabbiare, imprigionare, forzare, deviare e distruggere.

Purtroppo stiamo esperimentando quanto sia vero tutto questo e come chi ha potere, non badi alla giustizia divina che riconosce a tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri verso Dio, nel rispetto della Sua Opera.

L’Autore non può, nella sua grande sensibilità, non soffrire per quel che capita alla nostra nazione, famosa in tutto il mondo per le sue bellezze naturali e l’ingegno dei suoi artisti e scienziati, nel vederla in mano a persone competenti solo nel promuovere i propri interessi con il denaro pubblico, disconoscendo i bisogni reali del nostro bel paese, ancor chiamato Giardino d’Europa.

Al nostro caro Poeta alla sua quarta opera auguriamo di continuare a scrivere per commuoverci con la sua penna e dare vita ai suoi ricordi che abbelliscono il suo ed il nostro presente transito, carico di incertezze, con la bellezza che la sua poesia è in grado di evocare.

Dott. Angela Furcas

Scrivi una recensione

Il Tuo Nome:


La Tua Recensione: Nota: Il codice HTML non è tradotto!

Punteggio: Negativo            Positivo

Inserisci il codice nel box seguente: