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Tu sei per me + ‘A cchiù bella puesia a cura di Lucia Gaeta
Tu sei per me + ‘A cchiù bella puesia a cura di Lucia Gaeta

Tu sei per me + ‘A cchiù bella puesia a cura di Lucia Gaeta

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C’è una grande solitudine oggi negli uomini, ma anche un grande bisogno di cercare qualcosa di più profondo ed autentico, al di là del luccichio della civiltà dei consumi di massa. L’uomo ha bisogno di andare alla radice di se stesso per ristabilire un’autentica comunicazione con le cose e con i suoi simili: la poesia può essere uno degli strumenti di tale ricerca.

A dispetto della nostra società industriale e massificata, la poesia, pur con difficoltà, è riuscita a ritagliarsi uno spazio. Se essa non può certo cambiare il mondo, può tuttavia spingere l’uomo a ritrovare il senso di sé, può indurlo a momenti di meditazione e di riflessione sulla sua realtà autentica e sul proprio rapporto con gli altri.

In questa breve prefazione, non pretenderò di fornire a tutti i costi un giudizio oggettivo. La poesia, per sua stessa natura, è soggettiva all’ennesima potenza. Ogni poesia, ogni strano agglomerato di vocali e consonanti, può suscitare emozioni diverse in uditori diversi. Chiunque ami scrivere lo fa perché la sua ispirazione lo porta ad utilizzare le parole che, invece di appartenere all’ordine della comunicazione pratica, vogliono esprimere innanzi tutto una condizione particolare dell’anima. Il bisogno di comunicazione poetica appartiene alla stessa condizione umana: si tratta del desiderio di esprimersi in una maniera diversa da come lo si fa nella vita di tutti giorni: prima ancora di “comunicare”, quindi, si vuole “esprimere” uno stato individuale di turbamento, di alterazione, di commozione, di pena o di gioia attraverso lo strumento del linguaggio.

Essendo questo un volume monotematico, niente viene lasciato al caso o all’improvvisazione. Tutto appare ragionato, pulito, essenziale, pur se il discorso poetico viene diluito quasi come un racconto, come un poemetto; e questo allo scopo di rendere il più possibile chiaro il significato insito nei versi, negli spazi d’umore, nei sogni che scaturiscono con frequenza dalle piccole cose, dall’ambiente, dal ricordo, da quella singolare tavolozza cromatica alla quale ogni poeta attinge con persistente voluttà: quasi per dire a se stessi che la poesia vive ovunque e che è sufficiente cullarsi nel silenzio, pur se sommersi dal vorticoso rumoreggiare dell’oggi, per riuscire ad appropriarsene. C’è l’anima dunque in questi versi, ossia l’essenza dell’Amore che vuole mettersi in discussione, aprirsi, confidare anche agli altri come e quanto vive.

L’amore è una forza vitale, indispensabile, è un sentimento che sovrasta l’uomo, lo fa cambiare, rendendolo diverso nel bene e nel male. L’amore s’identifica con il piacere, la gioia, ma nello stesso tempo può recare dolore e sofferenza nel momento in cui viene a mancare, creando in noi una sensazione di vuoto, che ci porta a ricercare qualcosa che ricompensi questa mancanza, spesso con un’altra esperienza amorosa.

L’amore è allora un’esperienza indispensabile, che riempie e caratterizza la vita di ognuno di noi.

Vorrei aggiungere che molte di queste poesie sono “purtroppo” attuali, poiché tracciano e mettono a nudo non solo la grandezza dell’Amore, ma anche corruzione, sperpero, diseguaglianze, la violenza della guerra, un percorso di speranza nel futuro, che va ancora rimandato, visto che nulla, o quasi, è cambiato nel corso degli ultimi anni.

Solo l’amore può aiutarci a uscire da questa crisi non solo economica, ma anche e soprattutto delle coscienze. Quella che stiamo attraversando è una crisi innanzitutto etica, esistenziale. Una crisi che ci ha portati a far vincere la cultura della morte. Una cultura che si ciba della nostra interiorità e ci rende esseri votati al nulla. Solo contrapponendovi la cultura della vita, che si muove nella logica dell’amore, possiamo uscirne.”1

Riteniamo che sul tema dell’amore non possiamo che balbettare e affermare cose sempre parziali. Pensiamo che l’amore è il cuore e il sapore della vita dell’uomo. É la forza che consente di realizzarsi come persone e di dare completezza ad ogni sentimento e aspirazione fino a raggiungere la felicità, che però resta sempre incompleta.

L’amore è crescere in ogni senso, è fecondità di bene e di vita, è donarsi, è spendersi per l’altro/gli altri perché vivano e siano felici.

L’ACIPeA, attraverso le sue attività culturali, intende sottolineare come la nostra società ha bisogno di una rivoluzione di amore, perché stiamo perdendo la forza della tenerezza e il linguaggio diretto di una carezza.

Solo l’Amore può salvarci!

Prof. Emilio De Roma

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