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Oltre la propria terra ma Crotone nel cuore

Oltre la propria terra ma Crotone nel cuore

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Questa raccolta di pensieri e versi “Oltre La propria terra ma Crotone nel cuore” del caro amico Nicola Umberto Messina si potrebbe considerare un vero e proprio “toccante”omaggio alla terra natia vista con gli occhi nostalgici di chi si è trovato,purtroppo,a vivere la difficile condizione di emigrante. Si rivela la grande sensibilità dell’autore nell’esprimere il dolore per aver dovuto abbandonare la terra amata, una terra con un passato storico di notevole importanza, fondata da coloni greci sul versante est della Calabria e affacciata sul Mar Ionio, una città di nome Crotone, diventata uno dei centri più conosciuti della Magna Grecia. Una città famosa per il suo clima salubre, per le campagne fertili, per la bellezza delle sue donne e per la forza fisica dei suoi uomini come il famoso lottatore Milone che permise a Crotone di sconfiggere il potente esercito di Sibari, la città rivale. Una Crotone conosciuta anche per i suoi medici che diedero valenza scientifica alla medicina di allora, legata essenzialmente alla magia e alla superstizione. Una città, inoltre, legata al nome di Pitagora che, nel 530 a.C., da Samo si era trasferito qui creando una scuola affinché scienza, matematica, musica e filosofia alimentassero il sapere con cui liberarsi dal peso dell’ignoranza. Nicola Umberto è orgoglioso di essere nato in una Crotone che definisce “Divina, incantevole e unica”, gioisce del glorioso passato ma si arrabbia, e anche tanto, della Crotone di oggi abbandonata, trascurata, umiliata, offesa, violentata, con tante promesse mai mantenute, con numerosi progetti che non riescono a portare sviluppo e risolvere la complessa crisi in campo lavorativo, la mancanza di posti di lavoro e l’inevitabile migrazione di massa verso altre terre. La stessa sorte che è toccata a Nicola, con i suoi pesanti quarantacinque anni di emigrante che gli hanno lasciato un segno profondo, tanto da fargli “sognare” ininterrottamente la sua Crotone e immaginarla come “una dea”!Accanto al tema dell’emigrazione,in queste pagine scritte con il cuore, l’autore ripercorre anche la sua vita dalla morte prematura del padre, ai problemi economici, ricorda il suo passato di bambino ribelle e il dolore di lasciare il proprio mare, i compagni con cui divertirsi, rivive gli anni trascorsi a Bologna, successivamente a Firenze e poi ancora ad Ascea, nel Cilento, dove tuttora vive e lavora. Si sofferma sull’orgoglio di essere nato in una famiglia con sani principi, protagonisti sono gli indimenticabili genitori e i parenti tutti,in quanto fortissimo è l’attaccamento verso le proprie radici, anche perché l’insegnamento del passato dovrebbe accompagnare la crescita dell’individuo. Un posto importante occupano alcune foto pubblicate nell’ultima parte del volume che rappresentano un passato indelebile, ricco di originalità, quel originalità che ora si è persa, quel passato pieno di certezze e valori, in contrapposizione alla realtà di oggi caratterizzata semplicemente da una vita insignificante e superficiale. Si possono leggere altre pagine profonde in cui si sottolinea l’affetto per i propri figli, per l’amata consorte. E su tutto ciò trionfa “l’amore per la poesia”, una poesia che viene da lontano, una poesia come funzione catartica per superare la morte della madre, in un primo momento e,successivamente, il doloroso allontanamento della terra amata. Una poesia come forza per cantare l’amore per Crotone, per i propri familiari, per gli amici, per cantare i veri valori, quelli che veramente contano e da tenere come esempio. Quella di Nicola Umberto Messina è una poesia che “commuove”, …una poesia, essenzialmente, come atto d’amore!

Maria Rosaria Verrone

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