Ricominciare

Sento riverberi di note conosciute affacciarsi da un lato del cuore e scorgo, tra dune bianche di candore, il pianto armonioso di un romantico pierrot che, tra intercalari di malinconiche assonanze, vince, col suo guaito d’amore, la ritrosia della luna che gli si concede, nel battito sincronico del cuore, che finalmente li unisce.

Quando mi è pervenuto l’ultimo lavoro artistico dell’amico Cosimo Clemente, spinta dall’inclinazione affettiva che mi vien facile ed assai naturale provare nei suoi confronti, ho prontamente spiato dalla serratura delle righe del manoscritto, per intravedere quale fosse il sentiero che lui mi indicava perché io lo percorressi, con passi lesti e leggiadri, e giungessi là, dove lui, in afflati di consonanze emotive, mi invitava ad entrare, con la dovizia di poeta semplice che riesce ad elevare a grandezza la sacralità delle piccole cose.

E così, raccolta, in fasce di fragile ascolto, mi porgo con altrettanta delicatezza tra quelle righe per non calpestare, ma soltanto sfiorare, i solchi della sua poesia, nostalgica e malinconica, ma anche spettro di ampiezza di respiro vitale e di gratitudine.

Un decoroso compendio di ricordi, emozioni e sensazioni che si spalmano in maniera articolata in un ventaglio di immagini e versi che divengono sillabario d’amore e di vita, nel quale si può facilmente intuire la personalità di un autore e di un uomo, meravigliosamente libero da qualsiasi forma di convenevole sovrastruttura, bensì essenziale e disarmato, bucolico e franco.

Il romanticismo mai scontato, la velata melanconia, che in lui non è l’uggia che tedia, ma la riflessione che si fa radura, e la robustezza di un animo ricolmo di bella gentilezza, riemergono con impeto da ogni pagina di questo libro che mi legge prima ancora che io lo legga, perché il percorso che Cosimo ha delineato e nel quale ci attende è quello di un grande e prezioso accumulo di tempo che rimane sempre in agguato, pronto a viverci, nonostante tutto.

E così, anche pierrot, con le sue lacrime d’argento, conquista la diafana signora dal manto perlaceo, perché il pianto d’amore diviene germoglio che prolifera e si accresce fino a baciarne le stellate gote.

L’amore è roccaforte e baluardo e Cosimo, come pierrot, col suo animo resistente e gentile, ne diviene degno guardiano e invincibile custode.

Filomena Domini

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