Un plurale in fondo al rigo

Ognuno di noi è unico ed unica è anche la mia possibilità di toccare con mano questa specificità dell’essere e soprattutto di esperirne la bellezza attraverso la differenze scritturali dei vari Autori.

Le loro produzioni rivelano l’unicità del loro sentire ed il loro personale addivenire alla Parola che ha percorsi così dissimili. Si potrebbe arguire che ognuno descriva il percorso propedeutico a questa esistenza dal modo di usarla, dai percorsi privilegiati nel renderla strumento delle loro indagini filosofiche ed alchemiche degli ingredienti che essendo simili per tutti non addivengono ad esiti similari.

Ci sono dei casi in cui l’Autore rilasci totalmente al Linguaggio la sua capacità interpretativa del tema della vita, con tutte le sue implicazioni e che lo conduca per mano nei suoi variegati mondi possibili. E’ a questa condizione che nascono opere come quelle di Giuseppe Brenga.

Egli è totalmente in balia della Parola ed Essa gestisce ogni sua emozione, dandole colori e forma degne di un essere sovrumano.

E’ il premio invidiabile di chi sa farsi da parte dinanzi alla Deità della sua ispiratrice che diviene fautrice di spirito e forma.

Non destinate alla corruzione come la maggior parte delle cose umane, ma salvate da una perfetta mano ricreatrice.

Quando è l’Armonia a spirare sulle evoluzioni evanescenti della Parola, raggi di luce sgorgano dal cuore di ogni linguaggio per rivestire di concretezza altrettante teorie espressive.

Ho letto questo libro con sublime partecipazione come in un viaggio astrale popolato da esseri estremamente affascinanti dalle cui bocche fioriscano stelle per firmamenti futuri.

Creatività e fantasia libere dagli schemi consueti, dall’assillo della uniformazione a desueti modelli espressivi, generano mondi nuovi, che si slargano nella nostra mente in una fantasmagorica sequenza di impreviste sollecitazioni.

Ho lasciato decantare a lungo questi versi, aspettando che il mio pensiero portasse a compimento la sua avventura nel mondo esaltante dell’opera.

Eccomi, oggi, tremante di meraviglia e di stupore in riva al defluire magico di questa fiaba che non avrà mai fine, perché ciò che riesce ad esprimersi in immisurabili emozioni, diviene immortale nelle viscere di un corpo, che non vedrà la corruzione, perché non appartiene ad una sfera di vita transitoria.

Questa è la sensazione sublime dell’Arte vera, che necessita di un uomo nuovo per essere concepita e recepita.

E’ la prova che l’Arte è un dono divino per educare le genti a superarsi nel produrla e nell’intenderla.

Ha depositato nelle mie mani il resoconto di un percorso particolare, umilmente, schermendosi, come chi sa di avere ereditato un tesoro unico, che non potrà gestire nel suo autentico valore e lo affida a chi possa rivelarne l’intera bellezza al mondo a cui è destinato.

Se non riuscirete a trarne la bellezza ineguagliabile, com’è capitato a me, può darsi che non abbiamo letto la stessa opera, ma che Angeli di una dimensione sconosciuta l’abbiano tradotta ai miei occhi nella loro lingua.

Forse allora sarebbe il caso di definire la pluralità delle letture e quella delle composizioni, dove trovino asilo gli innumerevoli spiriti della scrittura e dell’interpretazione.

Scrivete… scrivete… scrivete o praticate qualsiasi tipo di Arte perché nessuno è in grado di rivelarvi chi siete nel più intimo sacrario del vostro essere.

Potreste avere un nome diverso, essere nati in un altro paese, avere avuto altre condizioni di vita, ma non differirebbe il talento che determina le vostre attitudini artistiche perché l’avete alimentato in innumerevoli esperienze antecedenti e richiede una santificazione assidua fino alla perfezione.

Ogni cosa creata tende alla Perfezione perch’è questo il suo destino irrevocabile ad onore e gloria di Chi lo ha predisposto dall’eternità.

Angela Furcas

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