Stille in dispersione

Due sono i fattori che sollecitano la lirica della silloge: l’amore e l’ambiente.

Il primo si nutre di valenze affettive velate talvolta di melanconie, altre da struggente nostalgia per un vissuto sereno.

Il secondo nel gustare sapori antichi, nel rivivere immagini mai sbiadite, spazi e colori, nel “… ti vedo distendere al sole / il corpo tuo grande e possente / nell’isola amata da me…”

Due sono anche le virtù manifeste che si colgono fra le righe delle poesie: le virtù umane e la dignità etica dell’ingegno della Poetessa.

La poesia della De Martino, avulsa da regole costruite per renderla più accattivante, è spontanea, lineare, immediata nel trasporto dei sentimenti e delle sensazioni “… non conosce ubbidienza: (come i gatti) liberi sono nel cuore / liberi vogliono andare / per strade erbose nel vento / per poi tornare alla casa / con slancio dolce d’amore.”

E’ il piacere di condividere una umanità fatta di cose essenziali, la necessità di cantare con le parole ogni gesto d’amore, anche quello che fa esplodere nel cuore “… il divieto a frangere la vita…”

La poesia, come la vita, è intrisa di gioie, tormenti, giornate di sole, rossi tramonti, notti buie, la dolcezza e i colori del sole di primo mattino, dalla illusione e la certezza di continuare a tessere con “… i sogni la tela d’amore.” nel rivivere l’eco del canto in lontananza e la felicità che “… verrà straripante oltre ogni attesa… e sarà l’alba rosata.”

Le liriche sono “Stille in dispersione" che, lette attentamente, bagnano e rendono vivido anche il cuore più arido.

Lucia Clemente

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