Il tuo carrello è vuoto!
Categorie
Tu mi rubi l’amore

Tu mi rubi l’amore

8,00€


Qtà:  Acquista  
Codice Prodotto: 00704
Punti Fedeltà: 0
Disponibilità: In Magazzino

Milena Opromolla scrive trentatré liriche d’amore, versi dell’anima che nell’oblio della vita si trasformano in rinascita. La visione giovanile dell’amore è rappresentata proprio dalla cresta romantica che questo sentimento nobile fa scaturire e che, a volte, solo l’inchiostro è capace di accogliere, senza giudizio, ma con grande rispetto per quella mano lieve, quasi timorosa dei suoi pensieri, che accosta il suo puro sentire al candore del foglio bianco.

La poetessa in diverse liriche fa riferimento al nostro essere primordiali androgini, in costante ricerca del nostro completamento universale, inteso come evoluzione e giuntura con la parte dell’anima persa ai tempi della creazione. Tutto diventa motivo di stimolo per la vita e i suoi significati più aulici. Un percorso, quello tracciato dall’autrice nei versi che seguono, di spinta e di guarigione da un dolore invisibile che si plasma, attraverso parole semplici e delicate, in forma d’arte.

Le liriche sono documento tangibile della sensibilità della giovane autrice, dove l’amore spalanca le porte all’immaginazione, fa volare alto, perché leggero e soffice è il sentimento che lo accompagna. La poetessa si inebria al suono del suo sentire fino a farlo diventare quasi dipendenza, a farsi scrigno, custode di grandi segreti, disposta ad accogliere l’altro, a prendersene cura: “Trasformerò i tuoi incubi in sogni, / i tuoi sogni in realtà, / i tuoi dubbi in certezze, / le tue domande in risposte, / le tue sconfitte in vittorie, / le tue lacrime in sorrisi, / le discese in salite, / la paura in coraggio.”

Le prime liriche che compongono questa raccolta sono pensieri liberi che scorrono veloci come flusso di coscienza insaziabile, sono inni all’eros e al suo valore salvifico, dove il mare diventa metafora che accoglie, rifugia, conserva, zampilla.

La rottura, invece, crepa insanabile generata dall’amore in erba, sfocia in una lirica dal sapore caldo e nostalgico: “Eravamo due calzini identici, / finché non ti sei perso / nei meandri del mondo / ed io sono rimasta spaiata. / ho cercato altri calzini, / simili a te, / ma le differenze si notano: / tessuti diversi, / sfumature diverse. / Non sarai mai tu.”

L’amore, come sottolinea in più riprese la Milena, è coraggio, forma, colore, calore, ma anche dolore, freddezza, lontananza, trepido dello spirito. Egli non parla, ma brilla negli occhi degli amanti e quando questo viene a mancare, risalire la montagna della vita diventa immensamente dura. La penna, il foglio, in questo caso diventano fodero di parole e sentimenti aguzzi.

Una costante nelle liriche di Milena è la dualità delle cose, come se per ogni elemento nero ci fosse sempre un corrispettivo bianco. E proprio quando il sapore dell’assenza rende insipida la vita, che perde il suo spazio, il suo tempo, il suo silenzio, la storia si dipana, le liriche si fanno più sofferenti per poi arrivare alla redenzione, al perdono, per riconoscere che in fondo dopo la pioggia c’è sempre l’arcobaleno.

Nell’ultimo percorso del perdono e dell’accettazione di un sentire che vive ormai solo nei ricordi, la poetessa scrive lettere a se stessa, immaginando che le parole tracciate di suo pugno siano in realtà pronunciate dalla persona amata, come una terapia del cuore che ritrova la sua luce nel mondo e illumina la strada verso nuovi e vibranti amori.

 

Noemi Manna

 

Scrivi una recensione

Il Tuo Nome:


La Tua Recensione: Nota: Il codice HTML non è tradotto!

Punteggio: Negativo            Positivo

Inserisci il codice nel box seguente: