Il tuo carrello è vuoto!
Categorie
In Dubis Libertas

In Dubis Libertas

12,00€


Qtà:  Acquista  
Codice Prodotto: 00558
Punti Fedeltà: 0
Disponibilità: In Magazzino

Il progetto poetico di “In Dubiis Libertas”, raccolta di poesie composta da 61 sonetti inediti, è sorto sulla base di una esigenza presente nell’animo, che ha posto il quesito su quale potesse essere la forma più idonea per esprimere, per dare forma al flusso dinamico della mia interiorità. La forma del sonetto è apparsa quella più vicina alla mia sensibilità, una individualità multiforme, sempre alla ricerca di senso e significato della vita. Ho cercato, attraverso questa forma poetica, che ricalca la scia di una affermata tradizione classica, un ordine nel mio rapporto con le parole, con me stessa, con le cose, con la natura, pur consapevole, di fronte al principio assoluto, sublime della “Vita”, che le forme del mondo umano non possono che essere inadeguate.

Così mi è piaciuto immaginare la mia raccolta come un giardino, non un luogo di oblio, fuori dal mondo, ma un luogo, che, se pur isolato, ha sempre avuto uno sguardo e uno spazio rivolto al reale, spazio che l’immaginazione ha cercato di interpretare rivelando, talvolta, il senso nascosto insito nelle cose e forse Noi a Noi stessi. E ciò che si è tentato di rivelare è l’uscita, attraverso il sogno, dalla Vita, non tanto per evitarla, ma come ricerca di verità, vita fuori della vita, la vita che si avrebbe voluto, vita sognata, ora riscoperta dalla luce della poesia. E la ricerca del valore della vita non precede, ma segue, valore che è dato dalle nostre esperienze, dal nostro agire, con la consapevolezza di esseri incompleti e imperfetti. 
Il giardino è diventato allora luogo della creatività, che ha indagato in una duplice direzione: 
-La prima è stata quella diacronica, spaziale rivolta al paesaggio, vasto, bello, doloroso e umiliato;
-La seconda è stata quella sincronica, verticale, del tempo, che è quello vissuto dal soggetto e qua e là è sembrato, dalle immagini del paesaggio, dalle cose stesse, come flash di segnali con tutti i suoi sogni, con tutte le sue speranze deluse o le sue sconfitte.
A queste direttive si sono intrecciate: 
-da una parte l’attenzione verso l’interno di un animo che è apparso restio a denudarsi, ma che pure ha espresso trasalimenti; 
-dall’altra il desiderio rivolto verso il cielo, verso l’Oltre, cogliendo con le parole, qualche lampo del sublime, di poesia.
Forse quel “quid” che sfugge è dato dai dubbi presenti nell’animo, dubbi che, nonostante gli sforzi di riflessione, sono rimasti ancora insoluti, ma che logorano all’interno, anelano risposte su quale senso abbia il vivere, sulle verità che caratterizzano l’oggi, su quale sarà la sorte della condizione umana e la significazione dell’essere. Credo che, quando si dubita, il che accade spesso in ogni fase di evoluzione, occorra dimostrare l’erranza, cioè la vacuità, l’incertezza di quello che appare, e prospettare la speranza in un futuro migliore di quello che si vede; è lo spazio come mancanza e senso del vuoto, come desiderio del possibile irrisolto; è lo spazio come vita, della vita come perdita, prima di averla perduta, connessione tra gli spazi determinata dall’occhio di chi scrive, dall’incedere delle immagini che danno il senso del turbinio interiore e si materializzano in parole poetiche che aspirano alla luce, dopo che si sono sfogliati ad uno ad uno i suoi veli.
La mancanza fa sorgere il desiderio di ciò che manca: desiderare è mostrare a se stessi che si cerca un “OLTRE”, che si vuole Altro e così si inventa con l’immaginazione una propria vita, si dà un volto nuovo alla propria esistenza, alla vita che si avrebbe voluto.

I contenuti
Accanto alla articolazione dei diversi stati d’animo (malinconia, inquietudine, tristezza, amore, gioia) si affiancano anche la capacità d’incanto e di sogno, innestando al centro, quasi come un gioco delle parti, il senso di una ricerca che coglie il precario equilibrio tra spazio e tempo, visti attraverso la progressiva polverizzazione della realtà che si estende agli aspetti visibili.
La conoscenza di quello che ci circonda, nelle parole è diventata dissoluzione della compattezza del mondo, percezione di ciò che è infinitamente leggero, mobile, minuto, liquido.
E lo sguardo del poeta, della materia ha colto i granelli di sabbia irradiati dal sole, le ragnatele che ci avvolgono senza che ce ne accorgiamo, i fili graffiati o invisibili, i segni, le scie, limiti al nostro incedere nel mondo o i raggi di un ventaglio, riflessi della divisione dell’IO.

La forma
I testi sono strutturati nella forma classica del sonetto, composto, come è noto, da 14 versi in endecasillabi con rima, (alternata, baciata) suddivisi in due quartine e due terzine. Alcuni sonetti sono caudati. 
L’attenzione rivolta a questa forma poetica ha permesso la riflessione, la bellezza dell’espressione, la musicalità, pur essendo le parole inserite in una struttura. 
E così come i fiumi versano le loro acque nella celeste vastità del mare, la poesia si è posto il compito sublime di prendere tutta la sofferenza che tormenta l’animo e di trasfigurarlo nella suprema bellezza dell’arte, espressione della purezza spirituale, in qualcosa che supera i limiti del nostro intelletto, per divenire la “poesia dell’invisibile, dell’indicibile, dell’assoluto.” 
“In Dubiis Libertas” vuole essere il tentativo, attraverso l’immaginazione, di dare voce alla poesia racchiusa in un recinto del cielo, il sonetto, che non è da intendere una gabbia senza stelle, ma un varco di armonia, di musicalità e di apertura verso il cielo.
L’Io si è sforzato di rinunciare a se stesso per dare spazio ad uno sguardo rivolto verso la realtà del presente e del passato, nella speranza che nelle scelte dei testi il lettore possa ritrovare qualche aspetto di sé.
Lidia Loguercio

Scrivi una recensione

Il Tuo Nome:


La Tua Recensione: Nota: Il codice HTML non è tradotto!

Punteggio: Negativo            Positivo

Inserisci il codice nel box seguente: