Articoli 323 e 328 C.P. – Profili di Incostituzionalità

L’avvenimento del Rinascimento, fenomeno culturale di origine puramente italiano, produsse una vera e profonda rivoluzione nel modo di concepire la persona umana e il mondo; aspetto che costituì un cambiamento profondo, di rottura col passato, creando una persona nuova e una società nuova.

Il Rinascimento rappresentò questa trasformazione profonda, radicale nella concezione dell’essere umano, concependo un essere differente da quello fino ad allora concepito, dai greci fino al medioevo; un essere nuovo, in tutta la sua pienezza.

In verità, questo cambio si era profilato già con Dante Alighieri che aveva difeso il potere temporale dall’eccessiva ingerenza della chiesa, dando una nuova interpretazione della natura e del potere civile, strumento di affermazione della “Humana societas”.

Questa interpretazione della persona con la sua essenza, fece si che si determinassero ed esaltassero i suoi attributi principali: libertà, uguaglianza, dignità, individualità, essere unico, individuo, uomo singolare.

L’uomo fu posto al centro dell’Universo, fu inteso come il grado superiore e massimo sviluppo individuale della struttura dello Stato e fu considerato il primogenito figlio d’Europa e del Mondo.

Questo processo culturale raggiunse un grado notevole di sviluppo con “i lumi” - XVII secolo - dove figure come Beccaria, Rousseau, Montesquieu, Vico, Kant, Feuerbach e tanti altri, gettarono le basi del nuovo diritto politico e penale, della filosofia e di tutto il sapere odierno, affermando principi, come nullum crimen, nulla poena sine lege, che oggi ci reggono e ci permettono il pieno godimento dei diritti inerenti alla persona; pur avendo difettose norme come quelle contenute negli articoli 323 e 328 del codice penale.                                                L’autore

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