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Racconti e raccontini

Racconti e raccontini

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La prima sensazione che ho avuto alla fine della lettura di questo gioiello è che la cultura è come la tosse: se c’è è difficile nasconderla…

Questi racconti hanno l’odore buono della buona scuola di una volta, quando maestro si scriveva con la M maiuscola… Altri tempi, gentile amico: noi siamo superati (dico siamo perché, fino ad un certo punto, abbiamo percorso gli stessi sentieri…)

Con quanto piacere ho letto i tuoi racconti nobilitati da una eleganza di scrittura in una prosa che ha un forte sapore di poesia. A proposito: dov’è il discrimine tra prosa e poesia? Se c’è, tu cammini proprio su quella linea invisibile che unisce, più che separare, poesia e prosa.

Scrivi come parli, con naturalezza, senza saccenteria, senza ostentare la tua cultura creata giorno dopo giorno con studi attenti che diventano passione e che trasmetti generosamente a lettori che ti seguono con stima ed interesse: e qui mi rifaccio a ciò che so per sicura scienza per i contatti che ho con quelli che amano “Il Saggio” a cui collabori e che dirigo ancora e non so per quanto, vista la furia con cui passano gli anni con pervicace, fastidiosa fretta.

È entusiasmante la proprietà del linguaggio, il recupero di termini che se non salviamo noi di una certa età, finiranno ricoperti dalla polvere inesorabile del tempo e sostituiti da inglesismi o gallicismi che cominciano ad asfissiare la nostra lingua.

Parli di pesca e non mi sembra che tu riferisca ciò che ti hanno raccontato altri: ti confesso che sono pescatore anch’io e che ho esplorato ed esploro -lento pede- il Sele, specialmente dalla riva destra, dove tra me e le spigole (forse sarebbe meglio dire spinole…) c’è una leale tenzone che dura da anni con alterne fortune. Cedo alla modernità e conosco gli orari delle maree controllando le effemeridi sul computer ma respiro sempre l’aria che sa di sale della foce in attesa della toccata prima lieve poi da gagliarda lottatrice ed il cuore mi batte ancora come quando incoccai la prima regina delle due acque…

La pluriclasse: anch’io ne ho avuta una ma non ne parlo perché mi sovrapporrei a te ma senza la tua conquistante poesia…

Stimatissimo, tanta gente ti sarà grata per ciò che hai scritto ed io, senza meriti, ho il privilegio di essere il primo della lista.

Geremia Paraggio

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