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Antologia di racconti cilentani, Vol. I. Silaro

Antologia di racconti cilentani, Vol. I. Silaro

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Intorno ai grandi fiumi sono nate le grandi civiltà e le grandi città: così si sono formati i binomi confermati dalla Storia. Il Tamigi è legato a Londra, la Senna a Parigi, l’Arno a Firenze, il Tevere a Roma e sapete bene che l’elenco potrebbe essere lungo.

Nel territorio a sud di Salerno vi è il Sele, l’antico Silarus: sulle sue rive è nata Paestum e si è formata una pianura che è detta proprio Piana del Sele o, più brevemente, ‘a Chiana. Sulle colline che fanno da corona alla Chiana, si sono sviluppati paesini che resistono al tempo, anche se molta poesia della vita semplice che qui si viveva, va man mano scomparendo sotto al rullo compressore della “civiltà dell’adeguamento o dell’omologazione”. Ricordiamo Rocca d’Aspide, Albanella, Capaccio, Altavilla Silentina… e anche qui l’elenco potrebbe essere lungo…

Le pagine che seguono, ci presentano una serie di racconti che, attingendo alla storia “minore”, entrano nella vita di ogni giorno, nella memoria e nei segreti di una civiltà contadina di cui rimane soltanto un ricordo sbiadito.

Nadia Parlante ha scelto questo territorio -che conosce bene perché lo vive- come scenario per i suoi racconti con i quali ci introduce nelle strade acciottolate e nelle case di pietra di chi ci viveva, fino a pochi decenni addietro, dei frutti del duro lavoro della terra.

Si apre così una finestra del Tempo, dalla quale vengono fuori personaggi scolpiti a tutto tondo, che mostrano la loro umanità nella lotta quotidiana per un’esistenza grama e difficile.

I racconti sono affascinanti, si leggono con attenzione e partecipazione, sostenuti come sono da una prosa elegante e raffinata nella quale fa capolino, ogni tanto, qualche parola o espressione nel dialetto del posto, che è imparentato solo alla lontana col napoletano e si proietta nella vicina Lucania. È un dialetto che Nadia conosce e ricordandocelo, compie un’opera meritoria. I racconti esplorano usi e costumi popolari tipici del variegato territorio cilentano, e si soffermano su personaggi e tematiche raramente indagate dalla narrativa: il luparo, la maara, la brigantessa, il maestro, il bracciante, l’extracomunitario, il vecchio pescatore che tanto richiama Hemingway, il matrimonio combinato della sposa, la solitudine senza speranza della poetica Norina…

Conoscevamo l’autrice per i suoi saggi sulla storia e la storia dell’arte, per i pregevoli lavori dedicati al Peccheneda, e gli articoli di sicuro interesse pubblicati, ad esempio, su “Il Saggio”. Con questo lavoro si presenta, con sicura autorevolezza, nel mondo della narrativa e tutto ci fa prevedere futuri lavori sulla scia dei racconti, tenendo presente che ciascuno di essi, opportunamente ampliato, può diventare un romanzo di sicuro successo…

 

Geremia Paraggio

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