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50 pezzi di Poesie

50 pezzi di Poesie

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“Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole”. 
Le parole di Johann Wolfgang von Goethe rappresentano da sempre il faro che rischiara i miei momenti di buio, che rimane ben saldo malgrado le tempeste. 
Perché paradossalmente, in un tempo in cui siamo sempre di più connessi ed interconnessi, c’è una grande solitudine negli uomini e tra gli uomini. 
Abbiamo bisogno di cercare qualcosa di più profondo ed autentico rispetto al costante luccichio dei consumi di massa, abbiamo la necessità di andare alla radice di noi stessi per ristabilire un’autentica comunicazione con le cose del mondo e con gli altri e la poesia può essere strumento privilegiato di tale ricerca. 
La raccolta “50 pezzi di Poesie” di Rosario D’Andrea ne è un esempio: 50 pezzi di solitaria vita meditativa in cui l’uomo prova a cogliere il mondo reale per ritrovare il senso del sé e del rapporto con gli altri attraverso la Poesia.
Scaturiscono tra le righe poetiche le sue percezioni istintive che ritraggono sobriamente scorci di paesaggi, ricordi remoti, attese e assenze di persone. 
Nei temi affrontati si avverte autenticità e ricchezza sentimentale che sfuggono al controllo delle parole: i versi liberi ed il lessico precario dipingono sommessamente immagini languide ed evanescenti. 
La sua poetica è una ricerca di senso in itinere: 50 pezzi di Poesie come luoghi di silenzio in cui il poeta incontra le figurazioni simboliche dei suoi sentimenti e desideri profondi senza mai nominarli. Tralascia la dimensione estetica del linguaggio Rosario D’Andrea, i suoi occhi raccolgono da un luogo dell’anima isolato forme mute di oscurità e luce: un uomo che disegna parole.

Ester Pepe

 

 

Un poeta è un abile osservatore di immagini, un minatore che riesce a calarsi nelle segrete stanze dell’anima. Il bisogno di scrivere del poeta affonda le sue radici nel suo inconscio, nel bisogno di un’autentica realizzazione di sé. Rosario D’Andrea, autore di questa singolare raccolta “50 pezzi di Poesie”, composte tra il 2020 e il 2022, restituisce alla nostra immaginazione l’odore di minuscole gocce di poesia, in un percorso intimo e suggestivo dettato da una particolare condizione dello spirito. Intraprende così un viaggio ideale, travalicando i chiusi limiti dell’esperienza reale, sospeso tra le nuvole leggere delle emozioni. Di certo le sue liriche rappresentano un unicum letterario e colpiscono direttamente al cuore; in pochi versi, grammi di cielo rubati al cosmo. Una poetica orientata al mondo della natura, contemplata con i suoi colori e le sue creature, attraverso sottili richiami e legami. In questi brevi componimenti, mirabilmente autentici, risuonano melodie invisibili capaci di destare sane emozioni nel lettore che desideri navigare le onde sapientemente governate dalla penna dell’autore. Nel linguaggio il modus scribendi predilige termini ricercati e sapientemente adoperati, parole capaci di stabilire la via più diretta con gli elementi legati alla natura, in tutt’uno di colori e creature sorprendentemente simili e affini, mentre “la luce attraversa la clorofilla di ossigeno”. Così, i particolari del quadro si compongono nella rappresentazione del Vesuvio, metafora di una vita “che porti un sogno”, della Luna, del tramonto dorato, della pioggia, dell’ape, dei tuoni, della magia di un bosco come una cattedrale con le “vetrate di foglie che filtrano la luce”, di ghiande scese dai lecci o di un alveare di finestre. E, mentre l’anima respira una sana solitudine, il vento bussa alla finestra, una presenza forse…, che rompe l’illusione e riporta alla realtà, mentre un tarlo si muove nelle gallerie del legno. Se solo potessimo fermare il tempo, per vedere il mondo che va lento come una mongolfiera…
Intanto, la natura continua il suo percorso vitale, ignara e indifferente, finché Nar con il fuoco riscalda, Nur con la luce illumina…gemme preziose, leggere, si poggiano al collo silenzioso dello spazio.

Carmen Figundio

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