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In ricordo di Vincenzo Goglia

In ricordo di Vincenzo Goglia

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Perché intitolare un concorso Internazionale di libri editi e inediti a Vincenzo Goglia?
Molti potrebbero porsi questa domanda. 
La risposta è semplice e nasconde all’interno una grande verità. Il professore era una persona che da sempre ha trasmesso agli altri la sua cultura e l’ha saputo fare. Inoltre l’ha trasmessa sotto forma di “dono” non solo come insegnante ma anche come se ogni alunno fosse un suo figlio. Si rivolgeva a loro con calma e serenità.
Vincenzo Goglia mi fu presentato nel 1997 da don Vincenzo Caponigro, allora parroco di Santa Maria delle Grazie di Eboli. Lo ricordo come fosse oggi. Eravamo nel mese di febbraio quando mi diede il suo primo articolo per il nostro giornale. Era intitolato “Concerto musicale nella chiesa di S. Maria delle Grazie - Qui bene cantat, bis orat” e fu pubblicato sul numero “9” del marzo 1997. Lo ricordo bene perché quella mattina trascorsi delle ore piacevoli a dialogare con lui. Fuori dalla Redazione un temporale si abbatteva sulla città incessantemente con lampi e tuoni, ma quando andò via ed entrarono altre persone sbalordite per l’acqua che era venuta giù, mi accorsi che parlando con Vincenzo ero entrato in un altro mondo staccandomi completamente dal luogo in cui ero. Era stato così piacevole e affascinante parlare con lui… che neanche mi ero accorto di quello che accadeva intorno a me. Gli amici mi chiesero: “Pè, ma fino adesso dov’eri? Fuori c’è stata l’Apocalisse!”. E da queste parole capii la grande capacità di Vincenzo di trasmettere dialogando.
Da subito nacque un’immensa stima. I suoi scritti erano caratterizzati da argomenti ampi e svariati... ma sempre di alto spessore culturale.
A volte si fermava nella nostra piccola Redazione con il piacere di entrambi. Mi raccontava di avvenimenti e di luoghi. Mi raccontava dei suoi Alburni e di ciò che aveva in progetto di scrivere. Non mi stancavo di ascoltarlo e devo aggiungere che anche lui era un buon uditore. Dava spazio al suo interlocutore e non incalzava se qualcosa non la condivideva, ma con semplici parole ribadiva la motivazione del suo diverso pensiero, tutto avallato da citazioni e da testimonianze. Questa grande capacità di dialogo, che sicuramente è un dono del Signore, dovrebbe appartenere ad ogni uomo sulla Terra. Da qui nasce la pace, dalla sua assenza nascono i conflitti che distruggono i popoli. Uomini come Vincenzo sarebbero stati la salvezza per l’Umanità se avessero potuto operare nella nostra politica estera per mediare tra i popoli. Molte volte la mancanza di dialogo, l’arroganza e l’interesse personale, ha impedito il raggiungimento della Pace, unico bene prezioso al giorno d’oggi.
La dedica  al prof. Goglia del nostro concorso di Libri editi e inediti, che è arrivata alla XXII edizione, porterà fin da subito la titolazione del suo nome perché il mondo della cultura locale non può e non deve dimenticarlo.
Come non l’hanno dimenticato i suoi alunni, anzi qualcuno di loro che incontrava nella mia Redazione, si soffermava volentieri a parlare con lui anche dopo molti anni perché lo stimava.
Queste mie poche righe vogliono essere un plauso a chi in vita è stato un vero galantuomo, oserei dire un uomo d’altri tempi e chiunque lo ha avvicinato, lo può confermare.

Giuseppe Barra

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