Paolo Molinara, mio nonno

La genealogia dei nostri antenati è un’àncora di solidità. Anche quando, di generazione in generazione, sappiamo sempre meno della stirpe da cui discendiamo, sono loro - uomini e donne che ci hanno preceduti nel tempo - a tenere salde le nostre radici in questa società liquida.

Era un piccolo mondo quello di Nonno Paolo - con la bottega nel cuore di Altavilla, quasi in piazza e il podere in contrada Coste - i cui confini fisici solo la prima guerra mondiale poté allargare fino al Friuli del Monte Sei Busi. Un mondo piccolo, ma non un mondo angusto perché Nonno Paolo seppe renderlo più ampio - come l’orizzonte che lo sguardo abbraccia dalla Chiesa di San Biagio - con l’interesse per la lettura, il gusto del saper vivere e una grande vivacità di pensiero.

La nostra memoria è, in un certo senso, la nostra letteratura personale. Se il ricordo ritrovato e coltivato viene anche condiviso, si fa narrazione, diventa letteratura di famiglia, piccola storia nella più grande Storia.

Questo ritratto di un uomo e della sua epoca è destinato a chi ha conosciuto nonno Paolo ma, soprattutto, a chi non lo ha mai conosciuto e non ha conosciuto neppure l’Altavilla di quel tempo. È un dono per i suoi nipoti, i suoi pronipoti e i figli dei pronipoti che oggi da questa collina rivolgono lo sguardo al domani e al mondo intero, oltre la linea dell’orizzonte.

Angela Senatore

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