Il ragazzo e la fisarmonica

Pasquale Perruso racconta storie di un mondo che non c’è più, e lo fa con passione e precisione.

Le sue parole sono come dipinte e disegnano personaggi con particolare efficacia.

La sua bravura di fisarmonicista lo ha portato a vivere, all’interno di case povere e felici, esperienze ordinariamente straordinarie.

Delle persone che ha incontrato ha conosciuto il bene e il male, la cuccagna, ma anche, qualche volta, la mala fede e la violenza.

Tutto risuona sulle note orchestrali di una fisarmonica, che ferma lo spazio, il tempo di una infinita tarantella, una pausa primitiva alla fatica di tutti i giorni per uomini e donne, maschi e femmine, liberi di esprimere finalmente tutta la loro natura, la loro voglia di vita.

I suoi compaesani dovrebbero essergliene affettuosamente grati, perché, grazie a questi quadri di vita, si ricompone un mondo scomparso, fatto sì di fatica, ma anche di felicità.

Su tutto e prima di tutto, c’è però la passione del giovane Pasqualino per uno strumento, che lo ha sempre accompagnato e al quale egli ha affidato lo spartito della vita sua e degli altri, con tutte le loro note, lente e malinconiche, esuberanti e allegre.

Francesco D’Episcopo

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