C’era una volta un feudo

Il testo, fedelmente trascritto, è proposto al fine di rendere più agevole la lettura della descrizione testimoniale e sul contesto sociale in cui era collocata la collettività olevanese durante gli ultimi secoli dell’era feudale. Ciò è stato possibile grazie ad un atto del 1735, attraverso il quale emerge un’affascinante narrazione impostata su di una controversia inerente ai possedimenti della nobile famiglia Moscati.

Nella perizia, commissionata da una delle parti in contesa, vengono segnalati sia i confini territoriali delle proprietà feudali, sia tutto ciò che nei tre Casali (Ariano, Monticelli e Salitto) esisteva, non solo in termini urbanistici, ma anche sul numero, usi e costumi degli abitanti, nonché delle loro condizioni socio-economiche e culturali.

L’intento, pertanto, è stato quello di trarre spunto direttamente dalla fonte documentale per percorrere un itinerario interessante su cui impostare un tratto di storia del nostro paese, non tralasciando di documentare con fotografie e disegni le emergenze monumentali ed architettoniche delle quali ancora oggi possiamo individuare l’antica esistenza e riflettere su quelle ormai scomparse, citate nel testo in modo eloquente e con inaspettata narrazione di particolari.

L’intenzione, d’altronde, è stata quella di porre in rilievo le problematiche e le norme di salvaguardia degli interessi feudali di carattere giuridico ed istituzionale, per le quali sostanzialmente era stata richiesta la perizia di cui trattasi.

Tutti i dettagli di questa storia avvincente, con la narrazione dei travagliati rapporti tra l’erede del Barone Moscati e il Marchese di Poppano, sono stati evidenziati per cercare una sintesi storica che non si dimostri fuorviante.

Tutto questo per chi legge.

Giuseppe Strafella

Olevano sul Tusciano (maggio 2017)

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