“Olevano”: Scoperta, conoscenza e valorizzazione della sua storia (attraverso i documenti)

Per decenni ho iniziato i corsi chiedendo agli studenti “Vi piace la storia?”, salvo rare eccezioni le risposte sono state quasi sempre “poco”, “per niente”, “a che ci si serve”, né sortivano effetti diversi le mie spiegazioni e i miei esempi per convincerli che la conoscenza del passato è necessaria per comprendere il presente e progettare il futuro.

Ora scoprire che un ex-alunno, anche se predisposto geneticamente, si dedica alla ricerca storica non può che riempirmi di gioia.

Lo studio pubblicato in questo saggio potrebbe sembrare di scarso rilievo, e probabilmente lo sarebbe, se la modifica della denominazione, in modo corretto o sbagliato, avesse riguardato soltanto Olevano, ma il problema è molto più grande, poiché con l’Unità d’Italia, per evitare confusioni, centinaia di comuni furono costretti a modificare parzialmente o completamente la propria denominazione, perdendo in qualche caso completamente la propria identità.

Limitando gli esempi alle zone limitrofe, ricordiamo che Diano divenne Teggiano ricollegandosi ad una Tegea romana, della cui esistenza nel Vallo di Diano molti dubitano in mancanza di prove certe.

Sala divenne Sala Consilina ricollegandosi all’antica città di Cosilinum, che però sorgeva a sud di Padula.

Palo divenne Palomonte, San Gregorio divenne San Gregorio Magno offrendo lo spunto a qualche storico locale per farne risalire la fondazione a papa Gregorio magno (590-610).

Saponara divenne Saponara di Grumento e nel 1932, ricollegandosi al centro antico, Grumento Nova.

In altre epoche danni sono stati procurati dal tentativo di procurarsi o conservare il “favor dei regi”.

Nel 1879 dopo l’attentato contro re Umberto I di Giovanni Passannante, nativo di Salvia, il consiglio comunale deliberò di cambiare la denominazione in Savoia di Lucania, per dimostrare la dedizione al re.

Nelle zone più vicine ad Olevano la località Liciniano, derivante dal nome latino Licinius, fu trasformata in Li Cignali.

Non bisogna meravigliarsi, ogni uomo è in grado di esprimere solo quello che conosce.

In conclusione lo studio pubblicato fornisce un altro contributo per comprendere meglio i rapporti tra presente e passato.

Carmine Carlone

Scrivi una recensione