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La cronaca dei due imperi (vol. II) Il Chronicon di Idazio Vescovo (A.D. 379 - 468 & Fasti Hydatiani)

La cronaca dei due imperi (vol. II) Il Chronicon di Idazio Vescovo (A.D. 379 - 468 & Fasti Hydatiani)

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L’opera. Il Chronicon di Idazio è una delle principali cronache latine tardo-antiche, che ha come modello l’ideale continuazione dell’opera di Eusebio di Cesarea e di Girolamo,
e che narra i principali eventi dall’ascesa di Teodosio (379 d.C.) interrompendosi nel 468 d.C., anno della morte del re svevo Remismondo. La peculiarità di questa cronaca sta non soltanto nei suoi modelli ispiratori, bensì nella sua collocazione geografica: l’Hispania romana, e più precisamente la regione
Galiziana. Le considerazioni che ne seguono sono fondamentali per comprendere il particolare punto di vista ‘provinciale’ del V secolo d.C.: la sostanziale tranquillità dell’Hispania cessa con l’arrivo sul suo territorio delle popolazioni barbariche che pochi anni prima avevano sconfinato nella Gallia, in uno scenario, quello descritto dall’autore, segnato da distruzioni – a tratti apocalittico – e alquanto desolante e pessimista. L’attenzione degli eventi si
sposta gradualmente alle regioni più occidentali dell’Hispania (Galizia, Lusitania, Betica), dove la convivenza tra elemento romano e barbarico, specie con i Suebi, si presenta particolarmente difficile. A nulla valgono le remote speranze dell’autore di un ritorno dell’Impero, avvertito istituzionalmente sempre più lontano a partire dalla scomparsa della dinastia teodosiana con la morte di Valentiniano III: i fallimenti militari romani e la delegazione del potere e dell’autorità imperiale in Occidente – prima informale, poi effettivo – ai foederati Visigoti segneranno nell’arco del Chronicon una presa di coscienza sempre più chiara per le sorti delle “periferiche” province ispaniche. 
La fortuna dell’opera è stata alquanto modesta sia per i contemporanei che per l’età medievale. Da un lato ad essa  urono preferite, quali fonti da utilizzare o dalle quali attingere, altre cronache coeve (come quella di Prospero d’Aquitania, di carattere “universale” e di portata narrativa e descrittiva più ampia), dall’altro la si ritrova come fonte di primo utilizzo soltanto da Isidoro di Siviglia (per l’Historia De Regibus Gothorum, Vandalorum et  Sueborum). Esso è tuttavia l’unico testo storiografico relativo alla storia dell’Hispania nell’arco temporale che va dalle Historie Adversos Paganos di Paolo Orosio (che terminano nel 417) e la Cronaca di Giovanni di Biclaro (che inizia nel 565).
Cinque codici sono gli archetipi del Chronicon di Idazio:

• il codex Phillips 1829, unico esemplare completo, risalente al IX secolo, che raccoglie al suo interno più opere storiografiche (tra i quali Eusebio, Girolamo e i Fasti Hydatiani), conservato alla Staatsbibliothek di Berlino;

• il codex Parisiensis lat. 10910, di VIII secolo, che aggrega il Chronicon all’opera di Girolamo e alle Historiae Francorum di Gregorio di Tours, conservato
alla Biblioteque Nationale de France;
• il manoscritto 134, di XIII secolo, presso Madrid (Biblioteca de la Universidad); 
• il codex Madridiense 1376, di XVI secolo, presso la Biblioteca Nacional;
• il manoscritto Montpellier 151, di piena età medievale, presso la locale Biblioteque Universitaire.
Le prime pubblicazioni sono state state quelle di J. Sirmond (Parigi, 1619) e J. M. Gerzon e F. X. De Ram (Bruxelles 1845), entrambe riprodotte in Migne (Patrologia Latina, LI, coll 813-890, e LXXXIV, coll. 701-750; e da Th. Mommsen (Monumenta Germaniae Historica Auctorum Antiquissimi, XI,
Berlino 1894). Lo stesso Mommsen ha pubblicato poi i Fasti Idaziani nei Consularia constantinopolitana ad an. 395 cum additamento hydatii ad an. 468, in Monumenta Germaniae Historica Auctorum Antiquissimi, IX, Berlino 1892.
Il testo è stato tradotto in varie lingue: A. Tranoy, Hydace. Chronique, Introduction, texte critique, traduction, SChr 218-219, Paris 1974 (in francese); J. Cardoso, Idacio. Crónica, Braga 1982 (in portoghese); J. Campos, Idacio, obispo de Chaves. Su Cronicòn, Salamanca 1984 (in castigliano); X.
Bernárdez Vilar, Idacio Lémico: Chronica (379-469), Cadernos Ramón Piñeiro VI, Santiago de Compostela 2004 (in galiziano); R.W. Burgess, The Chronicle Of Hydatius And The Consularia Constantinopolitana Two Contemporary Accounts Of The Final Years Of The Roman Empire, Oxford 1993 (in
inglese). Questa pertanto è la prima traduzione integrale in lingua italiana.
 

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