Fu vera dieta? La Waterloo del 'popolo mediterraneo' ed il "Congressodivienna" della Cucina Unica

Le mani intrecciate sui lombi, la feluca a terra, l’imperatore Ancel osservava al binocolo la Piana ancora calda della battaglia appena sopita. Contava le vittime ed intravedeva l’esilio. La sferzante controffensiva anglosassone aveva annientato i suoi baluardi.  Le colline circostanti pullulavano di obesità, diabete, ipertensione. Le stesse fra cui era emerso un miracolo esistenziale rapidamente devastato dall’omologazione dei costumi, la ruralità polverizzata, il cibo sovrabbondante, le sirene informatiche: tutto ciò aveva demolito un esercito di salubri che sembrava imbattibile. Le notizie che giungevano da proconsoli e viceré non erano diverse: il sogno di un murattismo metabolico si era sfaldato su tutto quell’Agro Fertile che aveva prospettato salute al mondo. I travolgenti entusiasmi rivoluzionari, la speranza di un colonialismo terapeutico, tanto ripassava rapidamente nella memoria del vecchio condottiero. Come spesso succede, dal sogno neoimperiale alla disfatta, sembrava passato un attimo. E sopravanzavano gli Stati Generali. S’andava al Congresso!

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