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San Nilo e il suo viaggio dal Mercurion al cenobio di San Nazario lungo le antiche vie (940 d.C.) Agiografia e Storia nell’analisi di un percorso

San Nilo e il suo viaggio dal Mercurion al cenobio di San Nazario lungo le antiche vie (940 d.C.) Agiografia e Storia nell’analisi di un percorso

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Il presente impegno dei due Autori prosegue un progetto finalizzato allo studio del monachesimo italo-greco tra le Eparchie del Mercurion, del Latinianon e di Lagonegro nei contatti con quella del Cellerano (o Monte Bulgheria) e di altre aree del Cilento, al fine di una più approfondita analisi sia dei rapporti intercorrenti tra le diverse località, con particolare riguardo con quella cilentana del golfo di Policastro, Monte Bulgheria fino al cenobio di Pattano, sia per una ricostruzione verosimile del percorso seguito dai monaci per raggiungere la “Terra dei Principi” (X secolo d. C,) e, quindi (1457), da Atanasio Calceopilo nella nota inchiesta ordinata dal cardinale Bessarione. In questa sede si è rivisitato il bios di S. Nilo e si sono “seguiti i suoi passi” fino alla fondazione della badia di Grottaferrata, ma si è rivolto un approfondimento soprattutto riguardo al percorso da lui affrontato da giovane per raggiungere dal Mercurion, l’area intorno a Laino ed alle foci del Mercure, il cenobio di S. Nazario (940 d. C,), non senza citare le precedenti esperienze cilentane del suo maestro S. Fantino. 
Seguendo i pochi riferimenti ai luoghi percorsi dal santo nel Cilento, sulla base di un’ampia ed aggiornata bibliografia, di una ricerca archivistica e cartografica e di una personale conoscenza delle località, oggetto a questo fine di diversi sopralluoghi, come già proficuamente sperimentato nella precedente pubblicazione (2018) relativa alla Traslazione delle reliquie di S. Matteo da Casal Velino a Capaccio e, quindi a Salerno (954 d. C.), i due Autori hanno ricostruito una fitta maglia di percorsi, puntualmente fotografati o anche ricostruiti sull’IGM e su mappe catastali, che, verosimilmente, per le loro caratteristiche topografiche o anche politiche, furono interessati da tali viaggi.
La tematica, che è stata illustrata dai due Autori in una relazione (17 novembre 2018) presso lo stand del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Capaccio-Paestum (Savoy Beach Hotel), si presenta di notevole attualità, in quanto sul monachesimo italo-greco, sul suo approfondimento e sulla valorizzazione anche turistica ed economica delle località da esso interessate, si sono concentrati di recente due importanti convegni: quello di Pertosa (SA, Fondazione MIDA, 27 ottobre 2018), “Nelle Terre dei Principi. Monaci e comunità italo-greche nel Principato Longobardo di Salerno”, in cui un protocollo è stato firmato tra il Presidente della Regione Campania dr. Vincenzo De Luca e circa 80 Sindaci, e quello internazionale di Salerno (Sala degli Stemmi dell’Arcivescovado, 24 novembre 2018), ove si è discusso il culto di S. Michele Arcangelo presso la grotta di Olevano sul Tusciano, seguito non solo dai Longobardi ma anche dai monaci italo-greci come S. Fantino, in ordine al recupero di una cultura e di una dimensione del silenzio e della riflessione che sia un adeguato antidoto, anche per la costruzione di un futuro migliore, al clamore, spesso soltanto presenzialista e vuoto, dei nostri tempi.

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