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Da Parthenope a Paleopolis e a Neapolis. Considerazioni storiche ed archeologiche sulla città dall’antichità al XII secolo

Da Parthenope a Paleopolis e a Neapolis. Considerazioni storiche ed archeologiche sulla città dall’antichità al XII secolo

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La trattazione di Parthenope/Paleopolis/Neapolis, che include un ampio arco cronologico che dal Neolitico conduce al Medioevo,  cioè fino al XII secolo,  è condivisa, anche se in modo sostanzialmente  autonomo,  con Antonio Capano, archeologo e studioso di storia, che con Giuliani  Mazzei  ha firmato saggi e libri, e conduce, dopo la trattazione dei periodi arcaico e classico, a quello ellenistico, dall’urbanistica  alle vicende del periodo romano, a partire dal 327 a.C., allorché i romani giungono a Neapolis dalla quale incruentemente si sono allontanati i Sanniti. I due autori si soffermano, tra l’altro, sulle caratteristiche greche della città, il cui riconoscimento portò l’imperatore Augusto a istituire i giochi isolimpici (2 d.C.), secolo in cui si affermò il Cristianesimo, che avrà dal XIII secolo il centro nel Duomo, che occuperà precedenti edifici  religiosi, come l'oratorio di Santa Maria del Principio, sede di Aspreno (I secolo), e a partire dal IV secolo, la basilica di Santa Restituta, edificata nel 334 dal vescovo Zosimo sulle rovine di un preesistente tempio di Apollo e  il battistero di San Giovanni in Fonte, e si affiderà al santo patrono della città, San Gennaro, vescovo di Benevento, decapitato nella vicina Puteoli nel 305. L’area sacra con il tempio dedicato ai Dioscuri, quella forense e commerciale presso San Lorenzo Maggiore, gli assi viari e  le porte, sono tra le tematiche affrontate partendo dai noti studi di Bartolommeo Capasso,  per finire, sempre  tenendo in considerazione la linea della costa antica e le sue evoluzioni funzionali a seguito dell’urbanistica,  con i risultati scaturiti dagli ultimi scavi condotti per la realizzazione delle linee della metropolitana, che hanno offerto numerosi dati anche sui periodi del tardoantico, allorquando  (V sec. d.C.), dopo gli interventi voluti da Costantino nel IV secolo, nel 459 la città resistette all’assedio dei Vandali comandati da Genserico, grazie anche alle nuove fortificazioni volute da Valentiniano III,  e nel 476 vide che in Castel dell’Ovo, struttura fortificata della immensa villa luculliana, veniva recluso Romolo Augusto, l’ultimo degli imperatori romani d’Occidente, deposto da Odoacre. Le reliquie di San Severino (Italia, 410-Mautern an der Donau, 8 gennaio 482), condotte dal Norico a Pizzofalcone, trovarono una definitiva collocazione nel primo nucleo (X secolo) della chiesa, con l’attiguo monastero, dei Santi Severino e Sossio, con cui si conclude la trattazione; l’edificio, dall’alto dell’insenatura di San Marcellino, domina un antico approdo e rientra a sua volta  in un ambito periferico della cinta urbana, con la quale condividerà i successivi assetti urbanistici.

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