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‘U spusalizio re ‘na vota (III ed. 2014) a cura di Antonio Capano e Amedea Lampugnani

‘U spusalizio re ‘na vota (III ed. 2014) a cura di Antonio Capano e Amedea Lampugnani

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Senza quasi rendercene conto siamo giunti alla terza edizione del libro “’U spusalizio re na vota”, nella quale abbiamo trattato il tema della “Famiglia”, dopo le due edizioni precedenti che riguardavano il “matrimonio nella storia e nella tradizione cilentana”.

Grazie alla collaborazione di molti appassionati e cultori della tradizione cilentana e della ricerca storica, siamo riusciti a raccogliere delle testimonianze e ricordi di persone che hanno vissuto la loro esperienza umana negli anni ’40, ’50 e ’60 del secolo scorso (che non specificheremo nelle didascalie delle fotografie nel testo), in quello che era il “Cilento”di allora, con i suoi usi ed i suoi costumi.

Il volume è anche arricchito di alcune interessantissime storie, narrate dagli stessi discendenti di alcune famiglie radicate nel territorio cilentano.

Le vicende sono corredate da suggestive fotografie d’epoca, forniteci dai protagonisti o dai loro parenti, che ci mostrano, emozionandoci, scene di periodi lontani nel tempo, ma molto vicine al cuore di chi ricorda quegli accadimenti.

E’ doveroso che vi racconti la “storia” della fotografia che abbiamo scelto come copertina di questa pubblicazione, perché è una vicenda che mi riguarda in prima persona.

Fin da piccolo, ho sempre visto questa fotografia del 1946, che ritraeva tutta la famiglia di origine di mia madre Iolanda, figlia di Umberto Oricchio e Rosa Rizzo, di Sant’Antuono di Torchiara, ritratta davanti alla casa di campagna dove abitavano, in bella mostra sul comò della sua camera da letto.

A volte entravo in quella piccola camera, chiamata da tutti noi “A stanzulella”, per via delle sue piccole dimensioni e mi soffermavo a guardare questa immagine che ritraeva persone care, alcune delle quali scomparse prima della mia nascita. Si sa che la fantasia dei ragazzi galoppa veloce e la mia correva a mille all’ora, quasi a voler raggiungere quelle persone e quel luogo della memoria, che mi affascinava e mi inteneriva il cuore.

Poi questa cara immagine scomparve e nemmeno mia madre si ricordava dove fosse finita.

Nel 1972, svolgevo il servizio militare a Pordenone e da appassionato di musica, su una rivista specializzata, lessi la recensione dell’ultimo LP di Francesco Guccini, intitolato “Radici”e ammirai la bellissima copertina, sulla quale vi era una fotografia antica della famiglia di origine del cantautore che somigliava, secondo i miei ricordi, incredibilmente a quella fotografia che tanto ammiravo da ragazzo. Devo confessare che fu una strana emozione, che mi portò a cercare, appena ritornato a casa, quell’immagine cara, chiedendo anche a mie cugine di Sant’Antuono di Torchiara. Purtroppo le ricerche non diedero buon esito, ma sono ricominciate quando abbiamo deciso di pubblicare questo ultimo volume.

Infatti, quest’estate, durante la visita di mia sorella Concettina a mio padre Francesco, la pregai di cercare tra le carte di casa l’introvabile fotografia. Come potete ammirare dalla copertina, mia sorella è riuscita nell’impresa e mi ha regalato la grande emozione di vederla pubblicata, facendomi tornare indietro nel tempo, quando ancora la parola “famiglia”, anche qui nel Cilento, aveva un radicato e profondo significato di appartenenza e di rispetto.

La bellissima retrocopertina è stata ricercata e ci è stata proposta, con altrettanto amore e affetto, da Immacolata Clemenzi, e ritrae la famiglia di origine di sua madre Morosina, figlia di Giuseppe Nigro e Lauretana Rotoli di San Martino Cilento, degli inizi del 1900, conservata in cornice da Immacolata nella sua casa di San Martino C. e gentilmente fotografata dall’amico e socio Giuseppe Anastasia. La storia di questa famiglia è contenuta in questo volume e ci è stata narrata, proprio da Immacolata. Ringrazio sentitamente per gli interessanti e preziosi saggi iniziali, il dr. Antonio Capano, curatore del libro, insieme ad Amedea Lampugnani, la prof.ssa Luciana Capo, il dr. Pasquale Fernando Giuliani Mazzei ed il prof. Salvatore Frapiccini per il suo contributo alla mostra fotografica sulla famiglia, per il suo materiale fotografico d’epoca e per l’interessante questionario da lui redatto, che ci ha aiutato nella raccolta delle testimonianze.

Come non ricordare il grande impegno e la preziosa collaborazione del nostro editore Cav. Giuseppe Barra, Presidente del Centro Culturale Studi Storici “Il Saggio”di Eboli. Un caloroso ringraziamento anche a tutte le persone che si sono prestate a raccontare e a raccontarsi, regalando a tutti noi, atmosfere ormai lontane, intense sensazioni, ed una profonda nostalgia per un passato ricco di valori e di forti sentimenti, che facevano sì che la famiglia di una volta, fosse un baluardo sicuro ed insostituibile, in questo territorio cilentano che tenta, anche attraverso i ricordi, le fotografie, i saggi, ed i racconti, di non dimenticare il profondo valore delle proprie radici familiari, sostegno ed ancora di salvezza, in questa confusa e difficile contemporaneità.

Il Presidente - Angelo Niglio

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