Il Novecento in Italia. Le nostre storie di guerra a cura di Giuseppe Barra-Antonio Capano-Amedea Lampugnani

Appartengo alla generazione nata nel dopoguerra; mio padre, nato nel 1920, ha partecipato alla Seconda guerra mondiale ed è stato internato in un campo di lavoro tedesco in Polonia, ai confini con la Russia. In casa si mangiava e respirava pane e ricordi di guerra, ma anche una luminosa speranza nel futuro e nella convinzione che mai più avremmo assistito ad un altro tragico conflitto.
Ho sempre amato molto la Storia e non solo quella scritta sui libri di testo della Scuola o sulle enciclopedie ma, soprattutto, quella che mi narrava mio padre e gli anziani del mio paese che avevano partecipato alla Prima guerra mondiale.
Questa mia grande passione mi ha portato a ricercare e raccogliere una piccola parte delle tragiche vicende di chi ha partecipato ai due conflitti mondiali (1915/1918 - 1940/1945), pubblicandoli nelle antologie “Il Novecento in Italia - Le nostre storie di guerra”, realizzati dalla Pro Loco di San Martino Cilento APS, edite da “Il Saggio”.
Durante il cammino della mia vita mi sono reso conto di quanto abbia contato nascere al “posto giusto”, al “momento giusto”, soprattutto, guardando la tragica realtà di altre nazioni e mi sono anche convinto del fatto che, l’essere umano non ha mai imparato dai propri errori, dato che le logiche di potere, sono semplicemente rivolte ad equilibri geopolitici e a meri interessi economici.
Questi “Moloch” indifferenti e crudeli, maestri di propaganda, “coi cuori a forma di salvadanaio”, per citare Fabrizio De André, abili ipnotizzatori di massa, non si fermeranno se non quando avranno ottenuto i loro “sporchi” scopi, costi, quel che costi.
Voglio ringraziare sentitamente i curatori del volume: Giuseppe Barra, Antonio Capano e Amedea Lampugnani, gli autori degli interessanti saggi e degli intensi racconti, che hanno arricchito questa antologia, rendendola uno scrigno di “Storia”, ma anche di emozioni e di nobili sentimenti di solidarietà e fratellanza tra gli esseri umani.
Nonostante tutto, nel mio cuore rimane sempre la speranza, coltivata, fin da bambino, e voglio salutarvi con le semplici, ma intense e spontanee parole, che mio padre Francesco, anche nei momenti più difficili e bui, rivolgeva a noi figli: “Tranquilli che il sole esce e quando esce, esce per tutti!” 

Il Presidente
Angelo Niglio

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