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Fascia tricolore

Fascia tricolore

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È titolo di onore e di gioia per me l’invito del prof Rizzo a presentare la sua opera che con obiettività ed eleganza narra le vicende politiche che hanno caratterizzato la storia del nostro paese negli anni sessanta - settanta.

Leggendo queste pagine sono ritornata fanciulla ricordando il lontano 1970, quando facevo fatica a capire i discorsi degli adulti, di tanti adulti che in mezzo alla strada, in piazza, nei bar, nelle botteghe, raccontavano, valutavano, criticavano e addirittura litigavano per affermare le proprie posizioni. Nella mia famiglia, una famiglia allargata, direi quasi patriarcale, dove mia nonna cercava di spiegarmi quello che stava succedendo, quando io curiosa le ponevo mille domande.

Ricordo che lei mi parlava, anzi un posto particolare occupava in questa famiglia l’amato e stimato prof. Antonio Rizzo per la sua cordialità, per la sua cultura, un intellettuale eclettico semplice e umile, che non ha dimenticato le sue origini e mi diceva “ue’ ni tu devi studiare per diventare maestra, si deve progredire”. Il nostro prof. Rizzo parlava di progresso, quel progresso fatto di istruzione e educazione che doveva invadere la classe contadina per riscattarla dall’ignoranza e capire quello che succedeva nel mondo.

Mi ricorda anche un movimento filosofico e culturale da tenere in considerazione:il Positivismo di Auguste Comte che nel 1852 ideava il motto: “L’amore per principio, l’ordine per fondamento, il progresso per fine”. D’altro canto questa corrente di pensiero inneggia al progresso prodotto dall’ incessante sviluppo scientifico quel progresso culturale che cita anche il prof. in queste pagine ho riscontrato un Salvemini che, quando parlava della questione meridionale, evidenziava il male volto della politica che non riusciva a far decollare questo Sud e dove il divario tra Nord e Sud si accentuava sempre di più. Il pensiero del prof. che ha elaborato sulla politica locale degli anni su citati è, di certo, uno dei contributi più lucidi e lungimiranti per le nuove generazioni e le sue battaglie per il bene comune hanno rappresentato un importantissimo patrimonio per il futuro.

Egli in questo scritto è un vero democratico, ed è conscio del delicato equilibrio su cui si fonda la democrazia, di come essa pretenda per reggersi di civiltà, istruzione e partecipazione, di come essa possa essere facilmente inquinata e condizionata da potentati economici.

Egli è uno studioso e un grande maestro di vita e di impegno etico politico; l’amore per la sua terra, per i suoi concittadini è forte; si evince da questo libro che al primo posto c’è la protezione delle classi più deboli e lui non si è lasciato corrompere dallo spirito di parte ed è stato sempre legato alla realtà concreta e ai bisogni della collettività.

Una vita intensa la sua, piena di ricerche, di scoperte, di esperienze che riesce a trasmettere con la bellezza delle sue parole e con assoluta originalità, con espressione concreta come una specie di racconto dove il narratore si esprime in un italiano molto particolare, quasi con le caratteristiche della lingua orale e con un lessico elementare, vivo, colorito, anche ripetitivo dove abbondano parole, espressioni, similitudini, espressioni anche dialettali per dare la possibilità a tutti i ceti sociali di leggere, comprendere e sapere ciò che è stato.

Ascea, 8/2/ 2016

Anella Vaccaro

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