L’Arcangelo e il Demone – L’itinerario Processionale Micaelico e Circumambulazione Rituale sulle Tracce dei Pellegrini

Diversi sono i modi per esprimere l’amore per la propria terra e per il paese natio ma di sicuro uno dei più nobili è l’affidare con uno scritto ai posteri gli eventi storici della propria Comunità, intesi nella loro più ampia accezione.

In questo genere di opere, è arduo evitare di cadere nell’enfasi retorica o, viceversa, di lasciarsi andare a narrative che, riportando momenti ed eventi legati all’interesse culturale di piccole realtà locali, potrebbero assumere tratti e caratteristiche apparentemente banali.

Lo scritto di Giuseppe Strafella è, invece, il risultato pregevole di Studi e ricerche attente contestualizzato in un ambito storico culturale ampio, finalizzato nel tentativo - riuscito - a far emergere dall’oblio del tempo eventi dalla cui narrazione traspare in modo delicato e palese il rispetto e l’amore per la propria terra natia, offrendo un valido contributo e presupposto per un reale sviluppo culturale dell’intero territorio.

La “Festa Religiosa di San Michele” con i suoi riti processionali costituisce sicuramente il momento più esaltante della spiritualità popolare olevanese durante il quale il sacro e il profano si fondono, le manifestazioni ed espressioni varie che caratterizzano le varie componenti della stratificazione cultuale s’incontrano trasformando 1’evento in un vero e proprio strumento di esorcizzazione sociale, di abbattimento di barriere: la Comunità si appropria di una nuova anche se momentanea identità culturale dimenticando e cancellando diversità e situazioni conflittuali che periodicamente e reiteratamente alimentano la vita sociale e religiosa del Paese.

Sono i momenti in cui la Comunità si riscopre unita dando vita alla magia di una dimensione dove il limite tra il sacro e il profano, scienza e fede è talmente labile da essere quasi impossibile tracciarne i confini.

Cerimonie, percorsi, sbandieramenti, canti, preghiere, invocazioni, tradizioni, storie vere e fantasiose - dove il vero si confonde con il mitologico - s’intrecciano tra il magico e il religioso e che, per quanto possa sembrare strano o assurdo, irrazionale o ragionato, svolgono tuttora una funzione storica, armonizzatrice, esistenziale.

E’ attraverso la narrazione attenta di Giuseppe Strafella delle particolari sfumature espressive di tanti piccoli episodi - elementi dalle mille sfaccettature - che si riesce a percepire come il giorno della Festa, diventa l’espressione vera e pulsante della memoria storica di questa Comunità e, senz’altro, uno degli aspetti più interessanti del suo patrimonio culturale.

Con lo scritto di Giuseppe Strafella è proprio questa memoria storica che con orgoglio ci viene consegnata e tramandata; è la comune identità che con fierezza, tenacia e ambizione trova nel passato la forza per costruire il proprio futuro.

Adriano Ciancio

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