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Memorie di guerra, 1940-1945

Memorie di guerra, 1940-1945

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I fatti narrati, preceduti da una breve nota storica sul periodo di guerra 1940 -45, sono realmente accaduti e sono stati tratti dagli appunti di guerra di mio padre Vittorio Doria che li visse e li annotò come meglio poteva. Nel 1959 si apprestava ad ordinarli in un diario dal titolo: “Memorie di guerra” che non fu mai completato. Venuto in possesso del manoscritto, l’ho in parte ordinato, senza retorica, ne forbito linguaggio letterario, da libero pensatore non vincolato ad alcuna ideologia politica e in difesa della verità, aggiungendo alcune riflessioni personali su fatti e personaggi storici.

Innumerevoli sono i fatti realmente accaduti che dovrebbero essere resi pubblici per onorare le tante giovani vite immolate su false aree sacrificali.

Fatti che oggi più che mai dovrebbero essere conosciuti quale monito alle giovani generazioni per il recupero dei valori primari della vita in esse sopiti.

Un anziano colonnello dei carabinieri durante un’intervista disse:

“La storia non è quella che si scrive, è quella che si vive”

Ed è a tale monito che si è ispirata la redazione di questo modesto lavoro che dedico alla memoria di mio padre.

Vittorio Doria nacque a Napoli l’8-11-1902 e morì a Bari il 12-2-1964.

Prestò servizio militare di leva nel 1922 nel 14° Regg. Fanteria. Più volte richiamato alle armi e congedato, fu nuovamente richiamato per la seconda guerra mondiale ed assegnato al 79° Batt. Costiero. Invalido militare di guerra, pluridecorato, fu proposto per una medaglia d’argento per un atto di valore compiuto (25-11-1941) e fu pubblicamente elogiato dal generale comandante della Difesa Territoriale di Napoli (O. D. G. n° 52 del 21-2 1942).

Dal suo foglio matricolare risulta che fu ricoverato negli ospedali militari di Napoli, Caserta e Pagani per fatti di guerra. Null’altro risulta dal foglio matricolare nel quale si legge:

“Ricompilato a mente della circolare ministeriale n° 40039/9 del 4-3-1945 perché ogni ricerca circa il rintraccio del documento n° 1757, è risultata infruttuosa.”.

È ovvio che il documento n° 1757, introvabile, è il vero foglio matricolare nel quale figuravano diverse altre notizie utili. Ricordo che in vita egli lamentava fatti, incarichi, spostamenti, azioni ed encomi non annotati sul foglio matricolare ricompilato a mente della citata circolare ministeriale.

È risaputo, infatti, che a causa dei bombardamenti, parte del Distretto Militare di Napoli fu distrutta e con essa gran parte dell’archivio. È altresì risaputo che a causa dei frequenti spostamenti dei comandi militari in tempo di guerra, molti documenti vanno smarriti, per cui ogni ricerca successiva risulta vana. Da bambino ricordo di aver giocato con una croce di guerra e due medaglie bronzee e con alcuni nastrini relativi a campagne di guerra. Il carente foglio matricolare di mio padre non riporta tali decorazioni, ne fa cenno alla proposta di medaglia d’argento e neppure accenna alla sua partecipazione alle “Quattro Giornate di Napoli”. Da quanto ricordo di aver ascoltato da bambino e confermatomi da mia madre dopo la sua morte, egli fu collocato in congedo perché ultraquarantenne e invalido militare per cause di guerra, verso la fine di agosto 1943, poco tempo prima dell’armistizio. Ciò nonostante partecipò alla rivolta popolare nella fase conclusiva stabilendo i collegamenti fra alcuni gruppi di insorti e, dopo aver preso parte attiva il 30 settembre e il 1° ottobre 1943, quando gli alleati stavano per entrare in Napoli, ormai liberata dai nazisti, schivo da manifestazioni, giubili, clamori ed elogi, rientrò in famiglia come molti graduati, soldati e civili non ricordati negli elenchi ufficiali. Tali fatti non risultano nel foglio matricolare “incompleto” e né ho avuto modo di vederli documentati nelle sue “Memorie” tranne qualche nome proprio, data e ora con brevi note, senza indicazione di luoghi e con segni che solo lui avrebbe potuto ricordare e interpretare quando l’avrebbe ritenuto opportuno.

Secondo fonti bibliografiche diverse, i partigiani che erano poche migliaia nell’autunno del 1943, alla fine della guerra di Liberazione risultarono oltre 300.000. In realtà il numero dei partigiani combattenti era di gran lunga inferiore. Dopo il 25 aprile 1945 molti di coloro che risultarono partigiani, non avevano mai preso parte ad azioni rischiose e addirittura vi furono casi di ex fascisti ed ex militanti nella Repubblica Sociale che, saliti sul carro del vincitore, risultarono partigiani grazie a conoscenze politiche, a corruzione e a false dichiarazioni e testimonianze.

Oltre ai fatti vissuti in prima persona da mio padre, nel suo manoscritto sono narrati anche fatti, anch’essi realmente accaduti ai quali assistette o furono a lui narrati, o da fonti diverse appresi e dei quali cito solo i nomi propri dei protagonisti alcuni dei quali sono ancora in vita.

Altri fatti storici sono stati da me aggiunti per rendere completo il lavoro dal 1940 al 1945.

Alla fine di alcuni capitoli vi sono delle mie poesie ispirate ai fatti narrati. 

 

Roberto Doria

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