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Magia, fatture e pozioni nella Lucania antica

Magia, fatture e pozioni nella Lucania antica

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Codice Prodotto: 00293
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L'autore del libro si muove con passione e competenza nel fitto ed intricato sottobosco delle nostre tradizioni popolari, ancora animate da ancestrali paure e popolate di riti che affondano le radici in pagane credenze. L'atavica ignoranza ha creato problematiche e perniciose relazioni tra la liberante fede e oscuri gesti che imprigionano l'uomo nelle sue inconfessate paure. Non sorprende il fatto che riti scaramantici o propiziatori siano sorti in un contesto segnato dall'ignoranza e dalla povertà, e neanche il fatto che siano giunti fino a noi attraverso una sorta di condizionamento collettivo; sorprende che essi sopravvivano, con modalità e fattezze nuove, in comportamenti e rituali estremamente diffusi nella nostra società tecnologicamente progredita, nella quale neanche la luce della conoscenza scientifica è riuscita a cancellare i segni di un passato oscurantista. Il ricorso alla razionalità assoluta si proponeva di edificare un mondo libero dalle pressioni e dalle contaminazioni della fede, per offrire all'uomo la possibilità di gestire autonomamente le proprie scelte senza limiti e riserve. Proprio la crisi della fede ha provocato una voragine che si tenta di colmare col ricorso a pratiche e riti a cui si affida il compito di vincere le attuali incertezze e le profonde insicurezze. I preoccupanti dati emersi dalla ricerca dell'Istituto di neuroscienze di Firenze dicono che aumenta esponenzialmente il numero degli Italiani preda di superstizioni e pensiero magico. Non solo la crisi economica, come rileva lo studio, ma soprattutto la crisi di fede genera una mentalità magica, una visione magica della realtà che accomuna diverse generazioni e ceti sociali. Preda preferita di questa tendenza sono soprattutto i giovanissimi, complice la comunicazione visiva e l'offerta di modelli che nel mondo magico esprimono le proprie potenzialità. Millantiamo una sicurezza spavalda e padrona del mondo e allo stesso tempo manteniamo in vita l'industria sempre più fiorente e redditizia della magia bianca o nera, della divinazione, dell'occultismo e dell'esoterismo, che vanta solo in Italia milioni di clienti abituali ed occasionali.

Sorridiamo quando lo schermo ci propone le immagini di un noto allenatore che sul campo versa acqua santa, scrupolosamente celata in una anonima bottiglietta di plastica, per invertire le sorti di una partita, e allo stesso tempo, con disarmante innocenza affidiamo il controllo del nostro futuro al disegno incontrovertibile degli astri. Non è insolito vedere candidi drappi nascondere gli specchi delle nostre abitazioni visitate dalla morte per impedire all'anima del caro estinto di rimanerne imprigionata, mentre si elevano preghiere per la sua salvezza. Di solito si riscontra una scarsa conoscenza delle origini di questa come di altre pratiche; ma non è proprio l'acritica accettazione, la facile accondiscendenza, la via che spesso la superstizione ha percorso per arrivare ai nostri giorni? Ci vuole coraggio! Coraggio nello spezzare la catena che ci intrappola in una serie di comportamenti, apparentemente innocui ma che offendono intelligenza, sensibilità e fede. Si, perché anche questa ultima ha bisogno di essere liberata. Giuseppe Barra ricorda nel testo che proprio la preghiera, espressione di fede autentica e di fiducioso affidamento, è diventata uno degli ingredienti caratterizzanti la liturgia pagana di maghi e fattucchieri con il ricorso all'aiuto dei santi e l'utilizzo di immagini sacre. Forse è proprio questo l'elemento deviante che nel corso dei secoli ha giustificato il ricorso alle pratiche riportate nella presente ricerca, considerate in un certo qual modo un prolungamento di ciò che la Chiesa ufficialmente pratica e propone, una necessaria appendice e una ulteriore protezione contro le forze del male. Restano le vibranti condanne bibliche e i continui interventi della Chiesa volti a scongiurare ogni in debita associazione. Il male esiste nel suo primordiale artefice e nelle sue variegate manifestazioni temporali, ma Cristo resta l'unico salvatore e il ricorso ai sacramenti l'unico antidoto. Gli stessi esorcismi, pratica affidata dalla Chiesa a sacerdoti di provata esperienza e santità, a cui fa riferimento il nostro autore, vanno rettamente interpretati per evitare il rischio di interpretazioni fuorvianti e deleterie. Vedere la presenza del diavolo in ogni evento negativo che sfugge alla nostra comprensione potrebbe indurre a una visione alterata della realtà innescando incontrollabili paure. Il diavolo sa godersi lo spettacolo quando si accorge che noi siamo altrettanto bravi a svolgere il suo lavoro. S. Paolo rassicurava i cristiani di Roma proclamando che nulla può separarci dall'amore di Dio in Cristo Gesù, né le contraddittorie e violente situazioni terrene né le oscure macchinazioni del maligno. Se infatti "Dio è per noi, chi sarà contro di noi?" Poiché il male non si supera con altro male, raccomandava di "vincere con il bene il male". S. Agostino ricordava, senza voler negare l'esistenza del diavolo, che il male è essenzialmente assenza del bene.

Ringrazio di cuore l'amico Peppe per la sua inesauribile curiositas e la sua determinazione nel comunicare il frutto di instancabili indagini, con le quali ci permette di conoscere e di conoscerci. In questo passato affondano saldamente le nostre radici, in quel patrimonio sapienziale ricco di proverbi e sentenze che ancora oggi orienta il nostro linguaggio e il nostro comportamento. Profondo conoscitore della nostra storia locale e fine divulgatore degli eventi che l'hanno caratterizzata, in queste pagine ci offre non solo un ulteriore prova della sua Costante passione ma anche un valido strumento per purificare le nostre secolari tradizioni cristiane da contaminazioni e incrostazioni.

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