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Le sette Madonne Sorelle nel Cilento

Le sette Madonne Sorelle nel Cilento

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Nel presentare queste note storiche sulle "Sette Madonne Sorelle" dell'amico Antonio D'Agosto, vengo ad esporre qualche breve considerazione sulla figura ispiratrice di questo opuscolo e su ciò che essa ha significato per il popolo cilentano: Myrhiàm, la fanciulla ebrea del I secolo che generò Gesù il Cristo. A lei la tradizione cristiana ha attribuito - ab antiquo - il titolo di Theotòkos (Madre di Dio) venerandola quale madre universale dei credenti nel suo Figlio, l'Uomo-Dio. Come ogni madre, anche Myrhiàm, vive della vita del Figlio, di quel Dio col quale Ella ha un legame viscerale. È a questo Figlio cui Ella guarda, madre e discepola, e a quanti nel Cristo sperano sembra ripetere le parole pronunciate a Cana, un giorno di nozze: "Fate quello che Egli vi dirà" (Gv 2,5).

La Chiesa "docente" dei primi secoli si occupa di definire a livello teologico il ruolo e la persona di Maria, mentre il "sensum fidelium" già si rivolge a Lei con spirito semplice e fiducioso. A partire da questi primi secoli fino ad oggi la pietà popolare, nelle sue varie declinazioni locali, ha lasciato innumerevoli testimonianze di culto mariano. Qui il caso di dire: saxa loquuntur.

Le pietre parlano. Le pietre parlano di Lei e di quel suo Figliuolo Divino che, sotto le sembianze di un infante, aggrappandosi al braccio materno posa sulle ginocchia.

In questa regale "corrispondenza di amorosi sensi" (diversa da quella di cui parlava il Foscolo) trova espressione l'immagine della maternità universale.

Nutrendosi spesso inconsciamente di simili sentimenti già ampiamente presenti nel contesto pagano magno greco i cilentani già nei secoli antecedenti l'anno mille presero a edificare cappelle e chiese dedicate a Maria.

Così in diversi modi e in vari secoli nacquero i santuari delle "Sette Madonne Sorelle" - quali siano con precisione è oggetto di disputa anfizionìa delfica della cristianità cilentana: una lega tra le genti cilentane che in questi sacri luoghi sperimentavano oltre al senso di protezione materna anche un comune senso di appartenenza. Qui si ripresenta un altro bisogno insopprimibile dell'uomo: il bisogno di aggregazione, l'esigenza di creare legami.

 

Le pietre oggi come ieri parlano a noi cilentani di Lei e di Lui. La Madre continua a ripetere: "Fate quello che Egli vi dirà" (Gv 2,5). Il figlio incalza: Amatevi gli uni gli altri (Gv15,17). Cercate di intendervi. Migliorate le vostre relazioni. Innamoratevi del Cilento.

Operate per migliorarvi e per migliorarlo.

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