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Antonio Barra

Antonio Barra

Antonio Barra, pittore, scultore e poeta, nacque ad Eboli il 14 agosto 1914 da Fortunato e Donata Moscariello. Aveva un viso ovale, capelli castani, naso regolare, occhi cerulei, fronte alta, e un colorito bruno. All’età di 20 anni faceva il commerciante. Sapeva leggere e scrivere ed aveva la licenza elementare. La sua residenza era in Eboli a piazza Campo, attuale piazza Matteo Cuomo.

Il 6 agosto 1934 si recò a Salerno per la visita militare ed il 23settembre 1935 fu chiamato alle armi. Il giorno dopo fu assegnato al 31° Reggimento Fanteria e posto in congedo illimitato l’1 luglio 1936.

Fu richiamato alle armi per istruzioni il 5 settembre 1939 e partì per la Libia l’11 consecutivo per sbarcare a Tripoli tre giorni dopo, cioè il 14. Fu inviato in licenza il 28 febbraio 1940.

Fu richiamato alle armi il 28 maggio 1940 destinazione Tripoli dove giunse il 2 giugno. L’11 giugno raggiunse il territorio liberato e fu assegnato al XXVII Battaglione. In seguito, l’8 gennaio 1941, fu aggregato al XXV Battaglione.

Ricoverato all’Ospedale di Tripoli il 21 agosto 1941 fu trasferito con la nave ospedale in Patria l’ 1 ottobre consecutivo e portato all’ospedale di Castellammare.

Tornò ad Eboli in licenza di convalescenza per deperimento il 23 ottobre 1941, ma il 3 gennaio 1942 dopo la visita militare a Napoli fu nuovamente inviato in convalescenza e dopo varie visite e convalescenze, il 22 aprile 1942 fu trasferito al Deposito 31° fanteria. Esattamente un mese dopo venne ricoverato all’ospedale di Napoli, per poi passare ad Acerra, indi ancora a Napoli e poi a Pozzuoli. Questo fino al 16 luglio 1942 ed il 15 settembre ancora all’ospedale di Napoli per poi essere inviato a casa per 60 giorni ma la sua salute troppo fragile gli fece ottenere sempre licenze di convalescenza finché fu collocato in congedo illimitato il 5 maggio 1945.

La sua salute precaria lo accompagnò per tutta la vita. Sposò Ida Pecillo ed ebbe tre figli: Carmine (scomparso prematuramente il 27 febbraio 2004), Aniello e Lucio.

Vendeva frutta in una bottega di famiglia, dove scriveva e dipingeva e spesse volte stava in compagnia del poeta e musico Felice Cuomo, suo amico.

Antonio aveva un fratello non vedente, Damiano che aveva la passione per la musica e non erano rare le volte che Felice Cuomo, Antonio e Damiano suonavano l’organo nelle chiese di San Nicola, San Biagio, Santa Maria della Pietà e Sant’Antonio.

Ebbe il posto di portiere alla clinica Paesano e nel tempo libero dipingeva in un locale terraneo in via Matteo Ripa dove ogni passante poteva ammirare la sua pittura.

Morì in Eboli l’8 dicembre 1976 dopo aver pubblicato il suo “Scherzando con la Musa e pazzianne cu ‘a penna” nel 1966. Pubblicò molte poesie ed alcuni dipinti sul settimanale di Cronaca Italiana e d’informazione “l’Eco del popolo” che usciva a Salerno. I numeri a noi noti dov’egli ha pubblicato sono:

  Anno 55, n. 5 del 2 febbraio 1959 dove a pag. 1 è pubblicata la poesia “N’copp’ ‘a luna c’ ‘o Razzo”; Anno 55, n. 7 del 16 febbraio 1959 dove a pag. 1 è pubblicata la poesia “a Nino Pecoraro”;

  Anno 55, n. 13 del 23 marzo 1959 dove a pag. 3 è pubblicata la poesia “A Roberto Lorenzoni”;

  Anno 55, n. 23 del 8 giugno 1959 dove a pag. 2 è pubblicata la poesia “Chiste songh’io”; Anno 55, n. 25 del 22 giugno 1959 dove a pag. 2 è pubblicata la poesia “Pulle, Pulliere e Bersagliere”;

  Anno 55, n. 38 del 21 settembre 1959 dove è riportato un quadro che raffigura il “Castello dei Principi Colonna” ed è posizionato sulla prima pagina.

 

Giuseppe Barra

 

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