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Antonella Cestaro
Questa volta tocca proprio a lei, Antonella Cestaro, vicepresidente del Centro Culturale Studi Storici di Eboli. La conosco da sempre pur non avendo seguito le stesse strade. Siamo coetanee e nei miei ricordi la rivedo come oggi: una bella ragazza sempre sorridente e allegra. I suoi anni già trascorsi sono pieni di obiettivi raggiunti con serietà e di esperienze molto significative specialmente nel sociale. Dopo aver preso la maturità classica si è laureata in Scienze Politiche. Ha conseguito diverse specializzazioni ed ha anche un Master in “Hospitality Management” con stage in Alpitour in Italia ed all’estero (Palma de Mayorca) e varie esperienze nella direzione di servizi turistici e dell’accoglienza. E’ anche consulente finanziario per una prestigiosa banca nazionale, lavoro soddisfacente dal lato remunerativo ma difficile e complesso. Da diversi anni insegna nelle scuole superiori e gli ultimi due anni l’hanno vista impegnata nel sostegno di alunni portatori di handicap a Reggio Emilia. L’esperienza del sostegno le ha dato la giusta misura delle difficoltà dell’altro, che pur vivendo nella nostra stessa realtà, in essa non può spaziare liberamente. Insegnare nel sostegno per Antonella è un donare sapere e saperi per portare l’altro alla dignità che gli è dovuta di diritto. Il suo unico rimpianto è di non essere ad Eboli per molti mesi durante l’anno, perché si rende conto che seguire determinate attività da lontano non è premiante. Le sarebbe piaciuto fare ancora tanto per Eboli e per la sua promozione culturale, turistica e storica, ma ella ben sa che professionalmente qui le strade diventano viottoli per poi diventare vicoli ciechi e senza possibilità di uscita. E’ per questo che si ritrova in terra Padana dove il lavoro accoglie noi meridionali a braccia aperte, ma quanta solitudine, quanta amarezza, quanta nostalgia. Per questa prospettiva di lavoro ha rinunziato al laboratorio culturale dell’ICATT di Eboli dove per tre anni ha seguito i detenuti nella riabilitazione e nel reinserimento sociale promuovendo con l’appoggio del Ministero di Grazia e Giustizia, attività intramurarie con uscite terapeutiche. Anche questa per lei è stata un’esperienza molto forte dal punto di vista di crescita culturale perché ti insegna a distinguere l’essenziale dall’inutile. Poi nel 1999 “arriva il colpo di fulmine per Peppe Barra”, mi piace usare la sua espressione perché chi li conosce sa che altro non è che un colpo di fulmine culturale. Infatti in quel periodo anche se già pubblicava su “Il Saggio” (infatti la sua collaborazione risale alla Primavera del ’98, con l’articolo sul suo antenato Francesco Paolo Cestaro nella rubrica “le interviste impossibili”), avvenne il viaggio galeotto a Pastrana in occasione di un gemellaggio della città di Eboli con quella spagnola. In quell’occasione nacque una bella amicizia, e l’idea di scrivere un libro sulla Principessa di Eboli. Ma soprattutto iniziò una collaborazione con il Centro Culturale Studi Storici che dura tutt’ora. Ci racconta che proprio in seguito a tutte queste esperienze professionali e personali avute sin’ora, è arrivata alla convinzione che la cultura come insieme di conoscenze è un sapere utile al mondo, all’umanità. Essa sviluppa l’intelligenza ed insegna a ragionare, a patto di non schiacciare gli altri perché lo sfoggio di conoscenza per impressionare chi ascolta è inutile pecca solo di presunzione e arroganza, inoltre non insegna ma rende antipatico chi lo fa. Proprio per questo Antonella detesta la presunzione, l’arroganza e l’ignoranza cattiva, invece ama l’educazione ed il rispetto per il prossimo che sono in cima ai suoi valori, poi segue l’amore per la giustizia e per gli animali. E’ profondamente cristiana e si è impadronita totalmente del motto: “Ama il prossimo tuo.....”. L’intervista appare conclusa poi ad un tratto riprende: “Ho detto che ho una bella amicizia con Giuseppe Barra e tante affinità, ma non solo, gli sono grata perché ha contribuito alla mia felicità facendomi conoscere la persona che adesso è al mio fianco”. Poi se ne va lasciando in redazione il suono di quelle parole che ripetono il suo sogno: tornare presto e definitivamente nella sua terra, Eboli o Salerno non fa differenza, purché senta di essere a casa, e poter lavorare alacremente per “Il Saggio” ed il Centro Culturale Studi Storici. E noi della Redazione le auguriamo da profondo del cuore non solo tanta serenità per il Natale che si avvicina ma che soprattutto possa presto realizzarsi il suo sogno perché ogni paese ha bisogno dei suoi cittadini specialmente quando quest’ultimi, lo amano lo rispettano e lo desiderano in terra lontana. Ciao Antonella, torna presto tra noi.
Vitina Paesano